martedì 9 agosto 2011

[Recensione: Libero Arbitrio] “ Spesso mi chiedevo perché starsene lì a indugiare nell’illusione che potesse scendere la manna dal cielo mentre il resto, quello che non volevamo, ci veniva dato e non avevamo neppure la facoltà di rimandarlo indietro. ”

Trama: In un paesino della Calabria, un luogo non ben definito, dove lo spazio simbolico prevale su quello reale, inizia l'intreccio delle vite di alcune donne che vivono nello stesso condominio. Loro si aiutano, si odiano, si invidiano, fanno comunella tra loro. Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad "Amici" nonostante abbia superato l'età e digiuna se Gigi d'Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli. Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi. Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama. Questi frammenti di vita sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno la maledizione che le fa perdere i figli prima che nascano. Rebecca narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l'ha perseguitata per tutta la vita...


Il mio voto: 


La mia recensione:




Mi trovo un po' in difficoltà a commentare questo libro e devo dire che questo fatto inizia a non piacermi visto che non è la prima volta. >_<
Lasciando perdere queste cose dico subito che questo è un libro fuori dai miei generi perché sono abituata a leggere cose profondamente diverse e devo dire che mi devo ricredere su quella piccola idiozia che mi ero messa in testa sul fatto che i libri non fantasy non mi possono piacere e questa direi che è l'ennesima dimostrazione.
Quando avevo letto la trama di questo libro mi ero aspettata una cosa completamente diversa da questa, soprattutto perché è una storia piena di sofferenze ma anche di soddisfazioni, come la vita stessa.
E' la storia del Libero Arbitrio di un gruppetto di donne, tutte con le proprie speranze, i propri sogni, i propri alti e bassi e le proprie sofferenze ma è anche la storia di qualcuno che è stato disposto a sacrificare e a perdere tutto quello che aveva per poter avere una soddisfazione illusoriamente ( ? ) più grande anche se alla fine l'ha pagata a caro prezzo.
Questa storia nasce e prende forma in un paesino della Calabria, pieno di difetti e di gente col paraocchi dove il progresso è arrivato ma lo si rifiuta per rimanere nelle proprie mentalità arrugginite dal tempo. Di conseguenza è impossibile tenere segreto qualcosa perché nel giro di poco dal vicino di casa al panettiere tutti sanno tutto di tutti e sono sempre pronti a sputare sentenze senza sapere tutta la storia perché qualcuno ha osato fare delle scelte seguendo il proprio libero arbitrio.
In questo paesino sono solo le due protagoniste, Rebecca ed Ester, legate da un'amicizia duratura, genuina, fraterna fin dai tempi dell'asilo riescono a giudicarsi tra amiche ( quindi senza seppellirsi a vicenda per ogni cosa fatta ), così come Rebecca è l'unica a sapere che Ester fin da giovane sogna " la sua bambina ". Purtroppo entrambe non possono avere figli e, ovviamente, tutto il paese è a conoscenza di questa cosa. Rebecca ha perso dolorosamente due figli non riuscendo a portare a termine due gravidanze e la gente la compatisce e pensa che dicendole due parole consolatorie possano averla aiutata quando ne farebbe volentieri a meno visto che le fanno più male che bene. Tutto questo perché la gente è completamente presa dai propri impegni e dai propri comodi, vivendo nella loro dimora dorata recintata da un muro di egoismo.
Chiunque mi si avvicinasse era convinto di aver trovato le parole più consolatorie mai pronunciate da altro essere vivente e invece se si fossero fermati un istante ad ascoltarsi, se si fossero interrotti un attimo per guardarmi, se avessero rivolto lo sguardo al mio ventre ormai asciutto e ai miei occhi da cui traspariva angoscia, avrebbero taciuto e in quel silenzio io avrei potuto raccontare dei miei sogni distrutti e del mio senso di abbandono, della rabbia che covavo dentro come acqua cristallizzata. Questo mi avrebbe concesso di piangere in compagnia di qualcuno, ma la gente detesta i frignoni, i problemi se non per conoscerne i fatti, farsi una propria idea e magari aggiungere qualche particolare che renda la storia più interessante, più romanzata.
Per difendermi da tutto questo, per rendere la quotidianità meno pressante indossai la mia armatura fingendo così di aver superato il dolore, simulando che il tutto non mi sfiorasse…
Ester invece è completamente incapace di concepire anche se sa che la sua bambina è lì da qualche parte e la sta aspettando. Così il giorno che scopre che è Fabio, suo marito, ad essere sterile decide di prendere in mano le redini della situazione e di sistemare la faccenda a modo suo. E anche se è una frase abbastanza usata questo è l'inizio della fine...
Comunque la storia non ruota esclusivamente attorno a loro due perché ci sono altre donne: giovani o vecchie, antiquate ed emancipate, ognuna con la propria vita e con il proprio bagaglio di esperienze, con fardelli più o meno pesanti sulle spalle.
Alcune di queste vivono nello stesso palazzo di Ester e Rebecca e, come tutti, vivono avvolte nel loro insensibile egoismo.
Un esempio è la sorella di Ester, Cosima, che viene sempre maltrattata ( è un eufemismo ) e picchiata dal marito e anziché ribellarsi incassa e sta zitta perché nel profondo sente di meritarsi questa punizione.
Lei era convinta di star espiando i suoi peccati, e soprattutto difendeva sempre l’uomo che l’aveva resa una freccia spezzata prima di essere scoccata. Si sentiva colpevole, incapace e responsabile dell’atteggiamento del suo molestatore.
Ha un rapporto tutt'altro che buono con la figlia adolescente Antonella che ha un'opinione tutt'altro che positiva della madre. La ragazza poi a sedici anni ( quindi alla mia età praticamente ) ha già una vita sessuale attiva e spesso prende la pillola del giorno dopo per " risolvere il problema ".
Poi ci sono anche le loro amiche - Miriam, Raffaella, Marianna, Pamela, Ramona, Stella -, chi più chi meno con i loro problemi , insoddisfatte e piene di sogni, che devono puntualmente adeguare per far tacere le malelingue del paese.
«È sempre la stessa storia. Se non si è fidanzati si vuole un fidanzato, poi si desidera il matrimonio, poi un figlio, magari anche il secondo, il cane e la villa, fino a quando ci rendiamo conto che neanche questo ci soddisfa che spesso facciamo delle scelte sbagliate per mettere a tacere voci di paese e le vecchie zie di famiglia!»
E per finire zia Nina, un'anziana signora non vedente con il suo grande errore a testimonianza del fatto che fare di tutto per realizzare un sogno senza curarsi degli effetti collaterali è sempre rischioso e il più delle volte, inutile o insoddisfacente.
Quindi mi viene spontaneo dire che questo è un libro sull'essere madre, sul voler avverare un proprio sogno a tutti i costi ma anche di scelte: giuste, sbagliate, impulsive, ponderate, sofferte, obbligate, che si rimpiangono, egoistiche e quelle che si compiono per accontentare tutti tranne che se stessi. Sono tutte scelte che non bisogna condannare perché chi le compie potrebbe già autocriticarsi facendo di ciò una condanna.
Quando Dio mi creò, quando Lui inalò il respiro nei miei polmoni e decise per me se dovevo essere intelligente o sciocca, scaltra o incompetente, povera o ricca, sola o in compagnia, decise anche di darmi una piccola scatolina da scartare appena atterrata sulla terra per carpirne il segreto dell’esistenza.
Io ho aperto quella scatola e in essa, avvolta in un manto di piume ho trovato l’essenza, lo spirito del libero arbitrio, pronto a far danni ma capace di darmi la possibilità di scegliere chi essere.
Penso che sia inutile snocciolare altri dati sulla trama e pensare piuttosto a dire cosa mi ha trasmesso.
In alcuni momenti gioia e felicità, in altri una malinconia davvero straziante, in altri rabbia al punto che avrei volentieri dato una badilata in testa a queste donne di mezz'età che si comportavano come bambine con i loro sogni di gloria che a loro insaputa stavano sfumando e loro manco s'accorgevano, in altri semplicemente sono rimasta lì impalata per varie motivazioni. Così O_O.
In definitiva penso che sia un libro che merita di essere letto da tutti per capire che forse prima di criticare bisogna riflettere e pensare che con una frase possiamo ferire o distruggere un'intera esistenza. Ma fa anche capire che forse bisognerebbe far tacere le malelingue o semplicemente smettere di sentirle e di preoccuparsi. O almeno è quello che mi ha trasmesso.








lunedì 8 agosto 2011

[Recensione: Crank] “ Come posso giustificare di aver messo piede di proposito su un sentiero così evidentemente insidioso? Che il divertimento stesse proprio nella caduta? ”

Trama: Kristina Georgia Snow è la figlia perfetta: studentessa modello, tranquilla, mai nessun problema. Ma quando parte in viaggio per visitare il padre, Kristina scompare e Bree prende il suo posto. Ma Bree è l’esatto contrario di Kristina: è impavida, strafottente, piena di vita. Poi Bree incontra Adam. È il suo ragazzo dei sogni, tutto muscoli scolpiti e sorrisi smaglianti. Lei s’innamora di lui, com’è ovvio, senza realizzare che quell’amore ne farà a pezzi la vitalità, la giovinezza, l’entusiasmo. Perché sarà lui a presentarle per la prima volta il mostro, crank. E perché quella che inizialmente sembrava una montagna russa di emozioni e di svaghi ben presto si trasformerà nell’inferno della dipendenza e di una totale perdita di controllo. Bree tenterà di trovare una via di scampo, tra mille difficoltà, e la sua sarà una battaglia per recuperare la sua anima e la sua mente: in altri termini, la sua vita. Attraverso le ipnotiche, affascinanti alchimie del verso libero, Ellen Hopkins narra la storia di una dipendenza e una ribellione adolescenziali e delle fragili strategie di una rinascita.




Il mio voto: 




La mia recensione: 




Inizio con una piccola critica che mi ha infastidito non poco: questo libro è stato censurato in America per via dei suoi contenuti. Vorrei ridere, vorrei piangere e vorrei vomitare al tempo stesso. E' una cosa ridicola che nel mondo e in rete circolano cose assurde e che quando una persona che ha vissuto in quanto madre di una ragazza che ha toccato con mano “ il Mostro ”, la droga per farci capire, scrive un libro e riesce a pubblicarlo questo venga censurato. La storia in sé è di pura fantasia però questo è un libro che parla di droga, anche se non è un manuale che spiega a livello scientifico cosa accade al corpo di una persona che fa uso di queste sostanze ma è il diario, chiamiamolo così, di una ragazza che conosce il Mostro e da quel momento non riesce più a troncare il rapporto che ha con esso.
Io già leggendo la trama mi ero aspettata una cosa leggermente diversa ma gente, è un po' difficile dire “ Questo libro ha deluso le mie aspettative. ”
Una particolarità del libro è la scrittura sottoforma di poesia: versi liberi che spesso nella pagina assumono forme particolare ( cuori, croci... ) che ci fanno conoscere Kristina Snow e Bree. Sono la stessa persona solo che Bree non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, fa quello che vuole e per lei le regole non esistono. In parole povere è la Kristina libera, selvaggia, quella che ama il rischio e che tra le due prende spesso il controllo. Kristina invece è la ragazza perfetta, con ottimi voti, con amici con la testa sulle spalle come lei. Una ragazza normale, insomma.
Ha i genitori divorziati fin da piccola ed è solita passare un po' di tempo con il padre durante l'estate, ad Albuquerque.
Kristina ha sempre messo sul piedistallo il padre, facendolo apparire un bel Principe residente in un bel castello fiabesco. La delusione è grande e palese quando si ritrova davanti un uomo di mezz'età dipendente dalla droga che vive in una topaia insieme ad alcuni scarafaggi giganti.
Ma qui incontra Adam, lascia che Bree prenda il sopravvento e comincia una vita dissoluta, dove è il Crank, il Mostro a farla da padrone. E imperversa in tutta tranquillità anche quando ritorna a casa perché anziché smettere ne diventa ancora più dipendente, attraversando tutti i passaggi:
- Sniffare;
- Fumare;
- Iniettare.

Sono sola
e tutto cambia.
C’è chi la definirebbe realtà distorta,
ma è proprio quello il mio posto:
senza mamma,
Marie, sempre più distante
in una tardiva ricerca di celebrità
senza patrigno
Scott, arcigno e di mano pesante,
con aspettative irrealizzabili
senza sorella maggiore,
Leigh, intrappolata in una bufera
di sessualità incerta
senza fratello minore,
Jake, bambino viziato, invasore
svergognato della mia nicchia.
Sola,
ed esiste dolo la persona che ho dentro.
E ha iniziato a piacermi sempre più
di questo mio guscio preuntuoso. Certo,
non è proprio silenziosa,
sbraita oscenità solo perchè
le scivolano bene sulla lingua
non è proprio una secchiona,
ma ha un-mu-cchio di altre
doti invidiabili
non è proprio pulita,
scoreggia di gusto, si scaccola
e sputa come un maschio
non è proprio sana di mente
certe volte, a dire il vero,
lascia perplessa persino me.
Sola,
e non esiste la figlia perfetta,
niente studentessa modello,
niente Kristina Georgia Snow.
C’è soltanto Bree.
Ovviamente mente a tutto e tutti, incolpando Bree la sua parte meno avvezza alle regole e con cui deve convivere durante la storia.
La fine del libro lascia un po' insoddisfatti ma ho scoperto per caso che questo è il primo libro di una saga che spero vivamente di trovare anche qui perché è un libro che merita di essere letto, dagli adolescenti come me e anche dai grandi. E' pur sempre esperienza anche per voi. M'immagino già i vostri sbuffi e i vostri pensieri/commenti su quanto sia inutile leggere un libro come questo ma posso assicurare che non è la solita rottura scritta da qualcuno che probabilmente sa di droga perché ne ha studiato gli effetti e simili. Questa è una storia di vita anche se inventata di sana pianta da una persona. Non è vendita promozionale, è un invito a leggere e capire senza prendere libri che usano paroloni sconosciuti ed incomprensibili. Pensateci mentre mi mandate a quel paese d'accordo?
Io nel frattempo vi lascio con qualche assaggio:
Come posso spiegarvi la pura scarica raggelante
dell’attesa di fare qualcosa di radicalmente sbagliato?
Nessuna paura. Nessuna colpa.
Come posso giustificare di aver messo piede di proposito su un
sentiero così evidentemente insidioso? Che il divertimento
stesse proprio nella caduta?

[Recensione: L'uomo Senza Tempo] “ Our souls are not ready for life.. ”

Trama: Dieci anni fa, il desiderio di essere normale l’ha portato a perdere ciò che più amava. Ora, nell’anniversario del suo ultimo ricordo, un uomo dalle conoscenze quasi infinite cammina verso un destino che non gli appartiene, alla ricerca del perdono e della risposta all’unica domanda che non ha mai dimenticato: se non puoi essere ucciso, è giusto che qualcun altro muoia al posto tuo?






Il mio voto: 




La mia recensione:




Non so proprio cosa dire...
No be', una piccola spiegazione per il titolo della recensione ce l'ho.. E' nel testo di una canzone e non so spiegarvelo, appena l'ho vista ho pensato a questo libro...
L'ho finito ieri questo libro e ho avuto un giorno di tempo per pensare alle parole da usare eppure... niente. Ma badate bene: non mi ha fatto schifo, anzi mi ha lasciata così proprio perché mi è piaciuto tantissimo, l'ho divorato in un giorno ( o forse meno? ).
Perché vedete, una storia come questa “ lascia il segno ” per così dire. Ti arriva in casa e rimane lì a farti una silenziosa compagnia insieme ai tuoi altri libri e quando decidi di leggerlo non ti aspetti una cosa del genere, no. Ti aspetti qualcosa di interessante e bello, certamente ma non t'immagini
QUESTO.
Arrivi alle ultime pagine e dopo tutto quello che hai letto e che il protagonista ha passato gli auguri la fine migliore, quella che desidera. Sei lì con lui ha sperare in quel cambiamento tanto atteso e improvvisamente ti ritrovi un “ avvertimento ” che ti dà due opzioni:
- Continuare e vedere la fine che l'autore ha scelto;
- Chiudere il libro e immaginarti una fine pulita, “ vergine ” oserei dire se mi permettete il termine, non ancora vissuta, non ancora toccata, non ancora violata.
Io ho scelto la prima carica di desideri che poi sono sfumati; ma per una volta non mi sento incazzata, non mi sento tradita... Mi sento bene, per così dire perché sono contenta della piega che ha preso la storia dell'uomo senza tempo.
E' stato come vedere per la prima volta un film che poi dichiarerò essere uno dei miei preferiti, che è riuscito a conquistarmi nonostante la fine diversa da come me l'ero immaginata. E non ho avuto bisogno di mettermi lì, con gli occhi chiusi a sentire il suono delle onde che s'infrangono sulla costa per concentrarmi e trovare una fine alternativa, nossignore. Qualche minuto ancora di relax assoluto, il tempo di finire la canzone e sistemarmi per tornare a casa felice della mia lettura, raggiante per essermi arricchita, estasiata per il viaggio appena compiuto e forse un po' triste perché era già ora di scendere dal destriero immaginario su cui ero salita e che forse, se il Destino lo vorrà, incontrerò in una futura avventura.



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