giovedì 31 maggio 2012

Qualcuno mi ha dato le chiavi per aprire le mie porte.

In questi ultimi tempi la mia vita sembra subire un cambio radicale che mi rende solo più viva, più conscia e più pronta per affrontare le sfide della mia esistenza. 
A distanza di due anni tormentati e bui vedo un nuovo giorno all'orizzonte, una promozione dopo due tentativi falliti per colpa mia e della mia incapacità di sopportare le difficoltà, accompagnati dall'amore per l'epica. Amo l'epica perché mostra ancora qualcosa di buono del mondo, qualcosa che fa riflettere ma al contempo emozionare. Prendiamo ad esempio l'Eneide. E' un'opera meravigliosa, non saprei come descriverla altrimenti. Eurialo e Niso, Didone sono solo alcuni personaggi che mi hanno emozionata, così come è emozionante la figura di Enea che fugge da una Troia ormai vittima delle fiamme con suo padre Anchise sulle spalle. Questa figura si dice che sia la massima espressione della pietas romana. E' vero. 


Ultimamente però mi ritrovo a dover riaprire le porte dei miei anni passati per poter aiutare qualcuno che, come me , si è trovato in una situazione incapace di uscirne o di capire come fare. Quando penso a queste situazioni così simili, mi salgono le lacrime agli occhi perché credo che non augurerei una cosa simile nemmeno alla persona che disprezzo maggiormente al mondo perché se il mondo ti ignora puoi anche fregartene ma se è chi ti sta intorno a ignorarti è denigrante. E' come ritornare alla caccia alle streghe dove anche il primo povero cristo che diceva qualcosa che a qualcuno dava fastidio, veniva preso dall'Inquisizione e poi, se non era già bello che morto, veniva donato in sacrificio alle fiamme. 
Non so cosa potrò fare ma so che io devo, nel mio piccolo, essere quella lucciola che io non ho avuto e che mi avrebbe aiutata enormemente ad uscire dalla selva oscura. 
Dante descrive perfettamente con poche parole quello che provai anzitempo:



« Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 
»


Spero che tutto questo si trasformi in una più felice conclusione simile a questa:



"M'illumino
d'immenso
con un breve
moto di sguardi "

mercoledì 30 maggio 2012

Le ali per volare.

Le ali per volare è il titolo di una canzone del rapper italiano Amir e che compare anche come colonna sonora del film Scialla.


Questa canzone ha per me un grande significato e infatti me ne accorgo anche in questi istanti in cui batto velocemente i tasti per scrivere qualcosa che dovrebbe assomigliare ad un post di un blog. 
Ascoltando questa canzone deduco che sia una sorta di " dedica " fatta da un padre al proprio figlio e in effetti tutto quadra, anche l'immagine della vita che descrive così: La vita è una scuola, poi se salti le lezioni non ti aspettano, non esistono ripetizioni.
Ma quando io ascolto questa canzone penso che, come io non voglio farmi vedere piangere, a persone vicine a me non frega un cazzo di vedermi in un attimo di fragilità così da potermi anche solo abbracciare, perché se uno non è cieco si accorge quando una persona ha pianto da poco. Questo ovviamente lo dico pensando che a questo qualcuno freghi qualcosa di te. E se invece pensi una cosa diversa dalla realtà? E non sto parlando di un bambino che scopre che il famoso Babbo Natale non esiste e che i biscotti e il latte li hanno mangiati mamma e papà mentre dormiva , proprio durante la loro operazione regali sotto l'albero.  Io parlo di cose normali per la maggior parte della gente. Io invece mi ritrovo a mentire davanti ad un'amara verità che ti fa piangere ascoltando una canzone la quale, se ci pensi bene, ti appartiene, è tua di diritto anche se devi mentire per non dover avere più problemi di quanti già non porti sulle spalle. Mi viene anche da piangere perché, parlando con una ragazza, mi accorgo che né più né meno nella stessa situazione in cui ero caduta io qualche anno fa, dove chi ti circonda sa solo gridarti dietro o sbuffare perché tu non stai male veramente, è solo un'idea balzana perché se stessi male per davvero dovresti avere le viscere che giacciono scomposte sul tappeto della tua camera.


Oggi ho finalmente capito perché già adesso dico di non volere figli, un giorno. La mia scusante è che sono egoista e che non voglio prendermi responsabilità per un essere che ancora non può prendersele da solo. In parte sarà così ma io credo che non desidero avere figli perché non voglio che loro vivano le stesse cose che ho vissuto e che vivo tutt'ora. Non potrei vivere con la costante paura di, un giorno, dire quello che hanno detto a me, ovvero Tu non stai male per davvero. E' solo una fissa psicologica che usi come scusa per non voler fare un cazzo nella tua vita. Che merda di vita potremmo avere io e mio / a figlio / a? Una madre sempre in paranoia finisce per fare proprio ciò che non vorrebbe e non voglio essere odiata da una persona che amo e che non si merita un simile trattamento. 

sabato 19 maggio 2012

Ho scoperto che non ho mai vissuto appieno la vita.

Ciao a tutt*.


Sono stata via, come sempre, per un lungo periodo in cui ci sono stati grandi cambiamenti. Ad esempio mi sono messa sotto, scolasticamente parlando, ed i risultati iniziano a farsi notare, cosa che mi riempie di orgoglio. 
La cosa più importante però è che dai primi giorni di marzo è arrivata in classe una ragazza che fin da subito ha voluto conoscermi, cosa assai strana per me che parto sempre con la diffidenza. Più i giorni passavano e più mi trovavo in sintonia con lei perché comunque ci capivamo e avevamo cose in comune, tra cui la voglia di passare del tempo insieme. Grazie a lei ho ricominciato " a vivere ", ad allargare le mie conoscenze senza paura, mostrandomi finalmente per quello che sono e non per quello che mostravo, cioè una solitaria che sta bene solo con i suoi libri. 
Ieri sera poi c'è stata una svolta quando mi ha invitata a passare un paio d'ore in centro Varese per divertirsi un po'. E' stato ieri sera che ho scoperto di non aver mai vissuto veramente la mia vita da quando sono iniziati i miei problemi, all'incirca tre anni fa. E' grazie a questa ragazza, a quest'amica direi, che finalmente mi godo un po' questa giovinezza del cazzo, quella che ho buttato nel cesso tirando l'acqua perché dovevo indossare i panni dell'adolescente tenebrosa e pessimista. Lo sono ancora, certo, ma almeno adesso ho qualcosa nel mio bagaglio dei ricordi che mi rammenta che c'è spazio anche per le risate, oltre che per le lacrime. Forse, grazie a questo, inizierò a vedere entrambe le facce della stessa medaglia. 
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