venerdì 29 giugno 2012

La canzone della mia vita.

Ieri mi sono divertita un mondo in piscina! Riflettendoci un po' su però mi sono detta che mentre mi divertivo c'era qualcuno che aveva il cuore lacerato dal dolore ma una volta ogni tanto anche il mio di cuore deve cicatrizzare le ferite. Non voglio finire col cuore sbrindellato a vita perché mi sono sempre presa il peso degli altri sulle spalle invece di pensare al mio, di peso e alla mia, di schiena.

martedì 26 giugno 2012

[Recensione: Trenodia] « You and I »

Trama: Bologna, anni novanta. Pino è un operaio di mezza età che trascorre una vita monotona, ma tranquilla. Jhonny è una vivace mosca parlante. 
Il loro primo incontro è stato a un funerale, quello di Jhonny. Tra loro due nascerà una sincera amicizia, che li condurrà all’interno di afose sale da ballo, a visitare rimesse abbandonate, a scappare su assolate colline. 
Per scoprire quale scherzo del destino ha trasformato un atletico ragazzo trentenne in un rompiscatole con le ali.




Il mio voto: 




La mia recensione:



E' stata davvero una bella esperienza questa. Sotto il velo di normalità ed ironia dei due protagonisti, Pino e la mosca Johnny, c'è molto più di quello che si può immaginare.
Pino rappresenta l'uomo che non ha le palle, l'uomo che, non sapendo scegliere, ha lasciato che fosse il destino a scegliere per lui, sprofondando in una vita di piatta e squallida, una di quelle vite scandite solo dai programmi che uno si fa. Come dire che tutti i giovedì c'è la pasta al forno per cena. E così tutti gli altri giorni con i loro colori, i loro impegni e i loro modi. Tutti preconfezionati da una persona mediocre che magari potrebbe pure dare molto di più al mondo e a sé stessa ma siccome si fa fatica e bisogna compiere delle scelte puntualmente abbandona tutto e se ne va, come qualcuno che ha appena evacuato un gigantesco stronzo e ha tirato l'acqua dello sciacquone per ritornare alle sue cose.
Pino arranca, giorno dopo giorno, al giorno fatidico della pensione, così come un tossico striscia verso il suo nettare degli dei.
Johnny invece incarna il prof. trentenne che si diverte e cerca di vivere appieno la sua vita. L'incidente d'auto che stronca la sua vita e lo fa poi risvegliare sotto forma di mosca cambia radicalmente anche lui, rendendolo ossessionato dalla teoria del complotto secondo cui un suo collega avrebbe deliberatamente manomesso un qualcosa che avrebbe poi causato l'incidente, semplicemente per non voler accettare la cruda realtà del rasoio di Occam, secondo cui la soluzione più semplice spesso è anche quella corretta. 
Tutto perché all'inizio l'aveva preso in antipatia e gli aveva giocato dei brutti scherzi. Scherzi che, volendo guardare, non possono essere tollerati da gente “ matura ” come a voi adulti piace definirvi. 
Johnny insomma è un personaggio davvero simpatico e alla fine devo dire che parteggiavo spesso per lui ma, a conti fatti, anche lui vive in un mondo apatico e fatto su misura. Purtroppo questo ha penalizzato ma c'è di buono che l'ha reso molto umano e di conseguenza molto stupido.
I due col tempo diventano amici e grazie ai loro rapporti iniziano a maturare. La cosa buffa è forse questa: spesso abbiamo bisogno di una spinta o di un calcio in culo per iniziare a cambiare qualcosa della nostra vita e , non so a voi, ma a me questo provoca una risatina amara, come quelle risate da bambine con l'aggiunta del tono amaro della cosa.
Anche gli altri personaggi però s'intrecciano bene con i protagonisti e il tutto diventa davvero uno spettacolo interessante, fatto di colpi di scena, risate e - nel mio caso - malcelata tristezza. A pensarci bene la canzone che sto ascoltando , musicalmente parlando perché non ho letto il testo, sembra adatta a questo libro. A me trasmette tutto quello che ho provato durante la lettura, soprattutto amarezza e dolore. Se l'avessi ascoltata leggendo chissà cosa ne sarebbe venuto fuori.
Ho apprezzato sinceramente questo libro che, nonostante tutto, secondo me un po' fa riflettere. Provare per credere.

p.s. Per puro caso ho scoperto che la parola Trenodia indica un canto funebre, riferito in special modo all'Antica Grecia.


[Recensione: Andrea e il mondo dei Chapas] « Non è tanto l'aiuto degli amici a giovarci, quanto la fiduciosa certezza che essi ci aiuteranno. »

Trama: Evon è un Chapas, proveniente da un mondo parallelo, in visita sulla Terra per studiare la vita degli umani.
Andrea è un bambino curioso, con la testa sulle spalle. L’incredibile viaggio di un ragazzo nella terra dei Chapas, dove l’Eremita li guiderà e li istruirà per sconfiggere Persifer, il nemico di tutte le razze.


Il mio voto: 



Il mio commento:



Questa citazione di Epicuro è perfetta per questo libro.
Il libro racconta la storia di un Chapas - un piccolo esserino dalla pelle verde e con tre sole dita - di nome Evon e dell'umano Andrea, uniti da un legame che risale a due loro predecessori che, come loro, erano stati uniti da una forte amicizia in grado di attraversare i mondi. Entrambi vivono le loro vite finché un giorno il piccolo chapas scopre un ponte che collega entrambi i mondi e, non potendo resistere, decide di attraversarlo finendo nella camera di Andrea. Le continue visite li fanno incontrare e , dopo un attimo di smarrimento , Andrea viene invitato dal Vecchio Saggio nel mondo dei chapas per parlargli. Inizia così l'avventura di Evon e di Andrea verso l'Eremita, l'unico che può aiutarli nel capire il tutto. Quella che doveva essere una semplice passeggiata alla ricerca della verità diventa ben presto una missione per salvare il mondo dal malefico Persifer, già sconfitto una volta, che reclama vendetta.
La storia è indicata ad un pubblico giovane ma anche un'adolescente come me ha potuto godersela anche se non quanto avrei voluto.
Un piccolo particolare che non m'è andato a genio è stato quello del rimanere all'oscuro delle due settimane d'addestramento che i due amici fanno presso l'Eremita. I due le descrivono come molto importanti per loro e anche un solo piccolo accenno secondo me sarebbe stato prezioso.

lunedì 25 giugno 2012

[Recensione: Muses] Tutte le sfumature della nostra vita.

Trama: Quando scappa da Roma diretta a Londra, coperta di tatuaggi e piercing, Alice sente che la sua vita potrebbe cambiare per sempre. Ha appena scoperto di essere stata adottata, ma per lei questa notizia è quasi un sollievo. Cresciuta con un padre violento e una madre incapace di esprimere il proprio affetto, ora Alice deve scoprire le sue radici e l’eredità che le ha lasciato la sua vera famiglia. 
Decisa, risoluta, ribelle, è una violinista esperta ed è dotata di una voce straordinaria. Ed è proprio questa voce a guidarla verso la verità: le antiche nove Muse, le dee ispiratrici degli esseri umani, non si sono mai estinte.
Camminano ancora tra noi. I loro poteri si sono evoluti. E Alice è una di loro.
La più potente. La più indifesa. La più desiderata da chi vorrebbe sfruttarne gli sconfinati poteri per guidare gli uomini, forzarli se necessario, fino alle conseguenze più estreme.
Ma un dono così può scatenare l’inferno.
E sta per accadere.


Il mio voto: 


Il mio commento:

Muses è un libro che mi ha subito catturata anche se, in tutta sincerità, non so spiegare veramente perché. E' un libro forte, con argomenti forti e con una protagonista molto forte. Il suo nome è Alice De Angelis ed è la Musa della Musica.
Ignara della sua vera identità, vive la sua vita in modo “ apatico ”, tra una madre incapace di alzare un solo dito contro il marito manesco e sfogandosi suonando il violino ed esibendosi con i Blood Tears nei locali di Roma. Proprio una di queste sere la sua vita viene sconvolta radicalmente in seguito ad un incidente autostradale e che, in modo apparentemente involontario, la porta a conoscenza di una verità fino a quel momento taciuta: i De Angelis non sono i suoi genitori biologici. Alice decide così di partire per Londra alla ricerca di sua zia Dolores sperando che quest'ultima possa darle spiegazioni su chi fosse stata sua madre in vita. Inizia così il suo viaggio che tocca le varie tappe del percorso nelle città di Roma, Londra e Parigi.
La storia, come ho già detto, l'ho trovata molto emozionante e coinvolgente al punto che, nonostante avessi iniziato il libro con uno spirito tutt'altro che attento e disponibile a capire gli avvenimenti, sono stata presa di peso e gettata nella storia in modo imprevedibile e inaspettato che mi ha scrollata un attimo.
Minerva among the Muses
E' un libro che, a mio avviso, potrebbe benissimo essere IL libro, ovvero il libro perfetto che tutti cercano, manco fosse il Santo Graal.
Non ho comunque dato cinque stelline al libro perché, nonostante tutto, non mi ha presa al punto da e forse questo è dovuto anche al finale. 

Il libro comunque non manca di colpi di scena, anzi ce ne sono parecchi e sono tutti incastrati perfettamente nelle situazioni, rendendo tutto più scorrevole e piacevole. E' un libro coi fiocchi che mi ha trasmesso molte emozioni - positive e negative che siano - che non si possono cancellare così come non posso cancellare quello che provavo durante la lettura. Perché questo è un libro vivo, che offre spunti di riflessione anche se spesso l'elemento dominante è la mitologia e tutto questo non è possibile per qualche dono divino ma perché l'autore sa che azioni far fare e far dire ai suoi personaggi per renderli più reali, più vicini a noi. Ecco come è possibile trovare un punto d'incontro con i personaggi, per non dire che in alcune situazioni addirittura ci si immedesima.
Concludo dicendo che è una lettura caldamente consigliata a tutti, ma proprio a tutti. Anche a chi non mastica il fantasy in ogni sua forma.

domenica 24 giugno 2012

[Recensione: Onde di luce] Tutto quello che può darci una poesia....

Il mio voto: 


Il mio commento:


…. lo troviamo in questo piccolo libricino, una piccola silloge se mi passate il termine. 
Io e l'amore siamo acqua e fuoco, gatto e cane, incompatibili eppure qualcosa ci attrae l'uno all'altra. 
Assaporare questi versi liberi, pieni di sentimento ma leggeri come l'aria che respiro è semplicemente fantastico! 
Gustare queste poesie cariche di sentimenti che per il momento ho conosciuto tramite conversazioni, libri e film è stato come assaggiare una torta proibita, deliziare il palato con le prime dita di spumante durante una festa tra parenti e dall'alto del tuo trono da bimba curiosa chiedi di poterlo assaggiare, così da poter sperimentare una cosa nuova e un po' dolce – amara, come la vita: sempre pronta a darti la dolcezza impreziosita da scaglie di amarezza. 
Che altro dire? Quella che ho amato di più è stata l'ultima, la più speciale credo, Onde di Luce e come spesso accade non so dirvi perché. Di sicuro non mi ha ricordato il mio amore smisurato per il mare ma sono sicura che qualcosa dentro di me si è mosso quando è finita e ho chiuso il libro. 
C'è poco da dire se non che mi ha emozionata e sono felice di averle lette perché mi hanno dato quella spinta di cui avevo bisogno per ricominciare la mia “ carriera part – time ” da poetessa. Chissà, magari scrivo ancora qualcosa che c'entra con l'amore anche se non credo di essere abbastanza vecchia per averlo assaporato pienamente. 
Ripeto che è come bere le prime dita di spumante o vino a tredici anni: non ti gusti niente, anzi rischi di rovinare tutto. 
Meglio godersi la coca – cola a quest'età invece di attaccarsi alla bottiglia..

sabato 23 giugno 2012

Rebirth

E' strano scrivere un post alle sette del mattino. Oramai è da un'ora che sono in piedi a scrivere qualcosa. Lo sto facendo per necessità mia personale ma anche perché devo pur ammazzare il tempo in qualche modo visto che la mia fedele compagna M. sta ancora dormendo? :)
Tra una mezz'ora o più la sveglio. Almeno lei che riesce a dormire...
....nonostante tutto oggi mi sento rinata. 

venerdì 22 giugno 2012

Is it any wonder

Sono davvero di buon umore in questi giorni! Oggi sono anche un po' emozionata perché, per la prima volta in tutta la mia vita, ho invitato un'amica a casa e... * rullo di tamburi * resta anche a dormire!! Questo è un evento epico, mai successo a casa mia. Mi sento davvero bene oggi e l'idea che ci sia questa ragazza mi fortifica. Ammetto che se ci fosse stato il trio ( Io, A. e M. ) sarebbe stato davvero stupendo ma, si sa, non si può avere tutto dalla vita! :)

[Recensione: Fairy Love] I don't wanna wait in vain for your love.

Trama: Cam Browne può fare tutto." Lo scrive una rivista sportiva locale e lo pensano tutti: è intelligente, tremendamente sexy, ed è la stella della squadra di football della scuola. Ma quando Morgan, la sua ragazza fin dai tempi dell'asilo, lo vede letteralmente spiccare il volo per eseguire un touchdown, comincia a pensare che stia accadendo qualcosa di strano. E strano è dir poco: mentre il corpo di Cam inizia a subire inspiegabili cambiamenti e il suo comportamento diventa sempre più sfuggente, in città arriva Pip, un ragazzo misterioso e stravagante che racconta a Morgan una storia assurda: Cam è una creatura fatata, presto sarà condotto nell'Oltremondo per diventarne il sovrano e dovrà sposare Dawn, una fata molto potente più simile a una top model che a Campanellino. Morgan è disposta a tutto pur di non farsi portare via il suo Cam da un esercito di creature alate. Ma si possono ingannare le 
fate?




Il mio voto: 






La mia recensione:



« I don't wanna wait in vain for your love » dice Bob Marley in una canzone.
Se fossi stata un personaggio del libro l'avrei urlato mentre mettevo i manifesti sulle belle finestre delle belle casette da film americano. Spiegatemi com'è possibile che una sensitiva - sì, questa sa vedere il futuro - non riesca a capire che se vede, in una delle sue visioni, il figo n° 2 passeggiare per strada calpestando delle foglie in pieno autunno, significa che il suo ammore etterno - che è una fata... sigh!!! - è partito con quella fata puttane...stronza che è saltata fuori dal nulla per riportalo
a casina.
L'ho iniziato ieri sera e l'ho finito cinque minuti fa, è vero ma non è come pensate. L'ho finito subito perché fondamentalmente non c'è , come direbbe il mio prof di ed. fisica, un emerito cippo di banana da leggere. Solo struggenti pensieri sul fatto che la fatina abbandonerà la sensitiva la sera del loro sedicesimo compleanno per andare nell'Oltremondo e diventare re. Al contempo vediamo la sensitiva che sogna Pip - ma cazzarola un nome migliore?? Sarò in piena crisi ormonale ma quando leggevo Pip le prime volte pensavo apippa. Pip è comunque il personaggio migliore di tutto il libro e forse si salva solo perché ha proprio quell'aria da cucciolo. Gli altri mi sembrano tutti una massa di lobotomizzati. -.-
E' inutile anche dirvi come finisce perché dopo struggimenti e balle varie finisce come tutti si aspettano che finisca: bene.
Questo libro però è stato utile per uno spunto di riflessione: ma come cazzo fai a far pagare 17 euro alla gente per 'sta roba?? Per l'amor del cielo ognuno li spende come cazzo vuole ma secondo me è una fregatura, a prescindere che uno ami il genere o meno. A me per fortuna - posso dirlo, vero? - è stato prestato dicendo che mi sarebbe piaciuto e che ci sarei pure rimasta male per gli eventi ma non penso che la mia amica intendesse proprio quello che ho provato io. Io mi sono solo incazzata e disperata per l'idiozia dei personaggi. L'unica nota positiva è stata leggere questo libro ascoltando Madama Butterfly interpretata da Maria Callas. Lì si che era tutto fottutamente struggente.
Il libro secondo me vale una stellina e mezza ma ne ho messe due proprio per la storia dell'aria drammatica che ha portato la voce della Callas.
Ecco qui il link per sentire questo portento. 

mercoledì 20 giugno 2012

Io non sono qui a pettinar le bambole.

Oggi sono più nervosa del solito e ascoltare i Bullet For My Valentine non può certo giovare. Ma ho imparato a dire chissene di quello che può giovare perché, a conti fatti, non mi sto drogando, giusto? Quindi che nessuno mi rompa le palle. 


Io sono stufa di dover correre dietro alla gente per fissare l'ora per incontrarci, per chiedere una cortesia e quant'altro. Se avessi tutte conoscenze super impegnate potrei anche capire che talvolta dovrei fare il post - it vivente ma non credo di essere in questa situazione. Il rispetto è fondamentale. Infrangerlo per me è come infrangere la legge: commetti reato nei miei confronti. Prendetemi pure per pazza ma il detto di casa Apri il culo, stringi i denti direi che lo posso usare solo nelle battute, smettendo di usarlo nella realtà. 

martedì 19 giugno 2012

In this summer.....mandiamo affanchiulo un po' di gente!

Ciao.


Da un po' non mi faccio viva ma l'ultima settimana è stata piena di impegni vari e, perdonate la franchezza, non avevo voglia di scrivere cagate su questo mio rifugio. 


Vorrei leggere, finire la visione di Captain America e chissà cos'altro ma adesso voglio concentrarmi su questo post. Forse non ve ne fregherà un bene amato ma io talvolta mi chiedo se chi mi conosce davvero ogni tanto viene a vedere quale delirio farneticante ho pubblicato. So di persone che abitano molto lontano da Varese che vengono qui una volata tra un impegno e l'altro e questo può farmi solo piacere perché vuol dire che a qualcuno vuole sapere cosa penso e scrivo qui oltre che su aNobii in un gruppo. Tornando però al discorso principe vorrei dire che questo post è uno di quei post che non vorresti mai scrivere perché nel profondo ti fa male. 
Ecco, a me fa male sapere che persone a me vicine e a cui tengo facciano buon viso a cattivo gioco. Non m'interessa tanto il fatto che mi parlino dietro, quanto il fatto che io, dentro di me, sapevo perfettamente che presto o tardi sarebbe successo. Ovviamente non posso incolpare delle teste di cazzo che non sanno tenere la bocca chiusa per più di un minuto senza dire idiozie perché si sa che c'è gente insoddisfatta della propria esistenza che deve forzatamente rompere le uova nel paniere altrui per poter vivere meglio ancora cinque minuti. 
Non mi pento di aver cambiato programma all'ultimo minuto per andare da una delle amiche di cui parlo spesso ultimamente, che qui per motivi abbastanza ovvi chiamerò semplicemente A. Lei è stata disponibile a rinunciare ad una serata di baldoria con qualche sua amicizia per stare con me, la solitaria ragazza che passa tutte le sere a casa sul divano a guardare serie tv e che va a dormire alle 22:00 in punto. Questo sì che è amore. Badate bene però che non parlo di quello che si vede sempre nei film ma di quell'amore che c'è tra amici. 
Ecco, vi stavo appunto dicendo che lei ha rinunciato ai suoi impegni per stare con me, mentre un'altra persona s'è incazzata - si capiva benissimo dal tono degli sms - perché avevo disdetto all'ultimo una passeggiata che potevamo tranquillamente fare in un altro momento. Io non sono la cattiva in questo caso perché è già capitato altre volte che questa persona non avesse minimamente pensato al fatto che ci vedevamo poco e nonostante ciò non s'era fatta problemi ad uscire con gli amici. Non è un processo, badate bene, solo una semplice constatazione dei fatti. Non venitemi a dire che sbaglio perché allora ci si dovrebbe fare tutti un bel esamino di coscienza e vedere che ne salta fuori.

martedì 12 giugno 2012

[Riflessioni] Ma quand'è che c'è un conflitto di interessi?

Buona sera a tutt*.


Qualche ora fa, durante la delicata operazione del lavaggio piatti, riflettevo sul conflitto di interessi che può avere un lettore quando si appresta a leggere - e di conseguenza commentare - lo scritto di un autore che è anche un intimo amico o anche un conoscente. Ecco, quando si entra nel famoso conflitto d'interesse e, cosa più importante, ci si arriva per davvero? 
Me lo chiedo perché conosco molti autori di cui ho letto, o di cui possiede, le opere e mi chiedo se e quanto io possa cadere nel conflitto qualora io m'apprestassi a scrivere una mia personale opinione sul libro. 
Io, in alcuni casi, ho conosciuto prima la persona e poi l'autore o ho conosciuto la persona mentre compiva il viaggio per diventare autore. 
Ho letto alcuni libri di questi autori - che per me sono anche delle persone con cui conversare - e ho cercato di essere il più sincera possibile, così da esprimere il mio parere senza influenzare un giudizio. Ovviamente questo tutti quelli che leggono le mie recensioni non lo sanno anche se possono intuire quando un libro mi prende il cuore ( perché l'ho scritto esplicitamente nella recensione oppure perché traspare visibilmente dalle mie parole ), quindi come si può pensare che se uno talvolta elogia l'opera di una persona amica non sempre è una dimostrazione di lecchinaggio estremo?


A questo punto mi chiedo il significato di tutto ciò.

[Recensione filmosa: Philadelphia] Fu in quel dolore che a me venne l'amore, una voce piena d'armonia dice: vivi ancora, io sono la vita... le lacrime tue io le raccolgo. Sto sul tuo cammino e ti sorreggo. Sorridi e spera io sono l'amore...

Trama: Andrew Beckett, giovane avvocato, è stato licenziato dallo studio legale presso cui lavora. I suoi colleghi sostengono che non era competente; Andrew afferma di essere stato licenziato perché malato di AIDS. Deciso a difendere la propria reputazione, Andrew assume Joe Miller, un avvocato, perché lo rappresenti nella causa per licenziamento illecito. I due sono divisi da differenze sociali e culturali e Joe è riluttante ad accettare il caso. E non è l'unico: nove legali hanno rifiutato di rappresentare Andrew che è impegnato a difendere la sua reputazione e la sua vita. Joe deve affrontare un genere di lotta diverso, confrontandosi con le proprie paure e i propri pregiudizi sull'omosessualità.




Il mio voto: ★★★★


Il mio commento:


Philadelphia è un film che credo sia capace di scatenare forti emozioni in un qualsiasi spettatore. La cosa che però fa più male è che, a conti fatti, il film è la trasposizione cinematografica di un evento realmente accaduto. Qui smettiamo di pensare che Tom Hanks e Denzel Washington sono davvero degli attori con la A maiuscola, quel genere di attore che sa davvero trasmettere delle emozioni che di tanto in tanto riesce pure a farti sentire parte integrante della storia. Chi legge libri potrà certamente comprendermi. Stavo dicendo? Ah sì, non si tratta più di mera finzione ma di realtà che fors'anche non fosse  proprio in quei termini, è comunque una piccola macchia d'inchiostro sulla nostra storia , a testimonianza di chi non sempre agisce secondo coscienza ma secondo interesse personale, alla ognuno tira l'acqua al suo mulino, per capirci. 


Questo film è stato per me la storia di una lotta che cerca giustizia spingendosi sempre più in là, oltre la boa, rischiando così d'incappare in qualcosa di pericoloso solo per la soddisfazione di poter vincere ed essere orgogliosi di aver vinto una nuova battaglia contro l'ingiustizia della società e del mondo che ci circonda. Inoltre, riflettendoci un po' sopra, ho anche capito perché ho pianto e perché proprio in quella circostanza. Ora vi dirò anche dove ho pianto e il perché.


La prima volta è stata dopo il rifiuto di Joe Miller ( Denzel Washington ) di difendere il collega, Beckett ( interpretato da Tom Hanks. ) In quella circostanza le lacrime sono state di rabbia. Rabbia perché ricordo bene la scena in cui Miller guardava , rasentando l'ossessione, tutto ciò che facevano le mani dell'altro; anche se stava semplicemente appoggiando il cappellino sul tavolo, lui era lì a guardare in modo molto inopportuno l'altro, il quale incarnava perfettamente la nuova immagine dell'appestato da Medioevo. Eccolo qui, uno dei grandi difetti dell'uomo: quando qualcosa è diverso da noi - o non è come vorremmo che fosse -, automaticamente quella cosa o persona diventa motivo di scherno, paura, isolamento e via dicendo. Non siamo mai pronti ad accettare qualcosa che non comprendiamo finché davanti a noi tutto improvvisamente si chiarisce e prende una forma a noi conosciuta, amica oserei dire. Un'amica effimera ed illusoria. 


La seconda invece è stato quando Beckett cerca di spiegare a Miller la sua aria preferita*, estrapolando dei versi italiani e traducendoli al compagno, dando a questi un significato più ampio, accompagnando tutto questo con un ballo emozionato ed emozionante che lascia Miller sorpreso al punto che, una volta terminato questo momento di intimo dolore condiviso, torna a casa per abbracciare sua figlia e stendersi a letto affianco alla moglie, riconoscendo così la sua fortuna. 
Ecco, qui sono certa di aver pianto perché le parole, la musica, il contesto mi hanno toccato le corde dell'anima. ho pianto perché ho riconosciuto un grande dolore che mi ha ricordato il mio.


La terza ed ultima parte è stata alla fine, quando la sera della vittoria, dopo che tutti gli amici di Beckett sono usciti dalla stanza d'ospedale per portargli i loro saluti e festeggiare la vittoria in tribunale, l'avvocato chiede al suo compagno, che se non erro era pure medico, di porre fine alle sue sofferenze con l'eutanasia. Qui invece ho pianto perché l'ho trovata una morte ingiusta. Lui per trovare la pace ha dovuto abbandonare tutti coloro che gli volevano bene, rinunciando così a molte cose belle solo per aver “ commesso l'errore ” di amare e avere rapporti con esponenti dello stesso sesso. 




* Un'aria nell'opera lirica è un brano, generalmente cantato da un solista, dove un personaggio esprime sentimenti e descrive delle situazioni. Talvolta viene utilizzata per commentare un fatto.




Ora non venitemi a dire che queste cose sono pressoché all'ordine del giorno perché sarà anche vero ma ciò non giustifica un'ingiustizia che va oltre la nostra comprensione e che, in quanto tale, non può essere analizzata appieno come potremmo fare in altri ambiti. 









lunedì 11 giugno 2012

[Recensione: Sfigabella e il vampirozzo] Una risata vi seppellirà! O vi trasformerà in vampirozzi.

Trama: Sfigabella è una normale adolescente alle prese con ormoni, goffaggini e seccature scolastiche. Stanca di fare il moccolo, si trasferisce dal padre, in un paesino di poche anime. Ad attenderla un destino ingrato, sancito dall'incontro con il giovane, forse non troppo, e poco perfetto, Vampirozzo Kallen. Tra tentazioni e istinti irrefrenabili questa parodia farà sorridere anche il più accanito dei Twifans. Un'opera dissacrante scritta da una Twilighters che ha letto mille e mille altre volte ancora la saga dei vampiri più famosa del XXI secolo.




Il mio voto: ★ 1/2


La mia recensione:


Piccola premessa: io non sono una fan della famosa saga di Twilight e, nonostante io abbia letto tre libri e mezzo della sopracitata saga, ho sinceramente apprezzato questo libro che mostra, per così dire, il lato comico degli originali. I personaggi sono tutti, escludendo forse i genitori di Sfigabella, dei tipi, nel senso che spesso mi sono chiesta se l'autrice li avesse trovati nelle patatine. XD
In questo libro non ho trovato un personaggio preferito, in quanto sono tutti unici nel loro genere.
C'è comunque da dire che è una lettura davvero piacevole e leggera, ideale proprio per staccare la spina dopo il termine della scuola a mo' di palestra d'allenamento per ricominciare in modo adatto una delle mie attività preferite: la lettura.


E' un libro che mi sento di consigliare sia a chi ha amato e continua ad amare la saga della Meyer, sia a chi, come la sottoscritta, può vivere anche astenendosi dal leggere i suoi libri. 
Non lasciatevi comunque ingannare dal mio giudizio - 3 stelline e mezza - perché questo mio braccino corto è dovuto al fatto che sì è carino ma non l'ho trovato così appassionante. Forse questo mio comportamento è dovuto al fatto che con la saga di Twilight mi ero pure rotta un po' le balle.

giovedì 7 giugno 2012

[Recensione: Prigioniera del tempo] « Ovunque sarai, anche in un tempo a me sconosciuto e lontano, io ti troverò. »

Trama: Elisa è una studentessa liceale con tutti i normali problemi delle ragazze della sua età: la famiglia, i ragazzi, la scuola. Ma un giorno si ritrova catapultata in un'altra epoca, la Roma dei Borgia e deve imparare a sopravvivere in un mondo completamente diverso dal suo. Mentre cerca disperatamente una soluzione per tornare nella sua epoca, due giovani si contendono il suo amore: l'affascinante e crudele Cesare Borgia e l'onesto e leale Cristiano. Il primo è disposto ad uccidere pur di possederla, il secondo darebbe la vita per lei. Chi riuscirà a conquistare il suo cuore? 


Il mio voto: 






La mia recensione:




E' da un po' che non faccio più recensioni quindi abbiate pazienza.


Questo libro presenta dei difetti, è vero ma mi ha tenuto compagnia oggi quando non stavo bene e l'altra sera in dieci minuti liberi. E' un time-travel, credo si chiami così. In parole povere racconta di un viaggio nel tempo dal 2009 alla corte dei Borgia. Una premessa: amo la storia e mi sono interessata, da qualche anno, anche alla famiglia Borgia. Vorrei saperne ancora un po' sul loro conto però sapevo benissimo che questo libro non mi avrebbe certamente fornito le risposte che desideravo. La storia d'amore con Cesare Borgia mi ha presa di più - forse perché lui mi ha sempre affascinata più degli altri o semplicemente perché lui non è il buono -, mentre la relazione con Cristiano è stata sì bella ma non intensa. Non mi sono sentita coinvolta perché è normale che il bello e bravo eroe si pigli la donna mentre l'altro rimane lì come un coglione a bocca asciutta.


La storia, nel complesso, è stata gradevole e anche le ricostruzioni storiche le ho trovate accurate, cosa che è stata d'enorme aiuto per poter rendere il clima più familiare e accogliente. E' stato questo amore per i dettagli a rendere ancora più bella questa avventura che non mi sembra sia già finita, seppur temporaneamente, semplicemente perché le pagine sono finite. Mi sono ripromessa di recuperare al più presto il seguito così da ritrovarmi ancora in questa storia.


Ora però gli aspetti negativi.


1. Elisa, la protagonista, può anche avere una mentalità più aperta e quindi soffrire meno del salto temporale ma è inconcepibile per me vedere un Cristiano o un Cesare Borgia così tranquilli e naturali davanti ad un iPod che propone una canzone della Pausini o, peggio ancora, la rivelazione shock del viaggio nel tempo!


2. L'ortografia secondo me poteva essere più curata.








martedì 5 giugno 2012

Cemetery Gates

Io penso proprio che morirò giovane, verso i 35 per capirci. Ho augurato anche troppe brutte cose alle persone, mi sono fatta del male da sola e ho sempre scaricato i miei problemi su me stessa. Manca solo una bottiglia di Jack sul tavolo e posso anche dire che manderò a puttane il fegato. Così, per " accanimento terapeutico ".
Sono convinta che alla fine della mia vita, indipendentemente dal fatto che sarà a 35 o a 92 anni, non rimpiangerò la mia adolescenza. Dire che non rimpiangerò la mia intera esistenza è anche troppo per una che non ha ancora visto i 17 anni, non trovate?
Be' dicevo...che dicevo? Chissene. 
Ho cazzeggiato un po' dopo essere arrivata alla storia dei 17 e credo mi abbia aiutata a levarmi un po' di malumore. Ho ascoltato Odna degli Arkona per tutto il tempo e devo dire che trovo quella canzone rilassante nel suo genere.


Concludo il post lasciando la canzone.



sabato 2 giugno 2012

Oggi non ho fantasia

Poco fa stavo riflettendo su una citazione di Elbert Hubbard che posto qui di seguito.


Non dare mai spiegazioni: i tuoi amici non ne hanno bisogno e i tuoi nemici non ci crederanno comunque.


Possibile che sia davvero così? In effetti quando provi a spiegare un tuo disagio a qualcuno o pensa che stai mentendo oppure tacitamente ti dice che non servono parole per capire cosa intendi. 
Molte volte evito di spiegare perché ho gli occhi un po' lucidi o perché sono triste, altrimenti dovrei dire cose " intime " a persone che, nonostante mi vogliano un gran bene, non capirebbero un tubo. 
Il problema forse maggiore di alcune persone è che tendono a non farsi mai i cazzi loro e alla fine tu puoi fare tre cose: 
1. Ignorarle.
2. Mandare a farsi fottere.
3. Dire tutto.


Diciamo che io sono sempre partita con la seconda e poi con la prima, eliminando la terza dalla mia agenda. 
Lo so, è sbagliato comportarsi così ma io ho sempre pensato che se la gente è scema è giusto lasciarla nel loro brodo.

venerdì 1 giugno 2012

The world is a Vampire.

The world is a vampire. Così iniziava una canzone degli Smashing Pumpkins
Il mondo è un vampiro e chi ci vive sta per diventarlo. Sento e vedo persone che per sopravvivere devono far star male gli altri, quelli che sono deboli e indifesi o che semplicemente hanno ricevuto un colpo troppo forte per rialzarsi con cotanta facilità. Davanti a questi spettacoli vorrei piangere perché sicuramente nella mia breve vita me li avranno appiccicati alla schiena quando non ero presente, salvo poi fare i brillanti davanti a me. Una volta quest'anno è stato detto pure in mia presenza che io non facevo la tal materia perché il tal giorno non c'ero mai. Indipendentemente dal fatto che a questa persona fregasse anche solo un poco di me, non ha provato a chiedersi perché io mi sono fatta le settimane a casa? Nessuno si è chiesto perché anche quest'anno rischiavo di giocarmi l'anno per tutte le assenze che ho fatto? Nessuno ha provato a immaginarsi lo schifo che mi facevo mente guardavo la sfilza di n.c. sul primo pagellino? E' stato umiliante anche solo guardarlo in privato, in quanto mi ricordava quanto fossi incapace di prendere anche un cazzo di cinque in una qualsivoglia materia. 
Vorrei che queste persone mi dessero una spiegazione plausibile per il loro comportamento e ciò non significa rispondere con una minchiata del tipo << Sto attraversando un momento difficile. >> perché quel momento difficile te lo puoi anche ficcare su, dove tutti sappiamo, a modi supposta. Non si è fighi se si uccide qualcuno interiormente , si è solo delle merde. E su questo non spenderei altre parole. 
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