venerdì 23 dicembre 2011

The Scientist

Buona sera a tutt*. 


Il mio pomeriggio è stato decisamente proficuo e riparatore. Sono ancora triste per la storia dei pochi soldi e dei regali ma alla fine mia madre ha deciso di regalarmi un libro, indipendentemente dal fatto che i soldi sono pochi. Provate una cosa simile, mettete in sottofondo The Scientist dei Coldplay e piangete copiosamente. Avete me adesso. Non sto piangendo copiosamente, mi sto trattenendo ma penso che forse fottersene di quello che direbbe un genitore vedendo la propria figlia in lacrime non è una scusa per non farlo. Sono sinceramente stufa di dover fingere e di dover rimandare le lacrime che poi non ritorneranno e quindi questo è quanto: se piango adesso bene, sennò che le lacrime vadano a ciapà i ratt. Se non sapete cosa vuol dire questa espressione dialettale, Yahoo! Answers è in grado di fugare anche questo dubbio. 
Dicevo. Mia madre mi ha regalato un libro che mi torna utile anche per la scuola, come compito delle vacanze. Il libro in questione è Il Quaderno di Maya. Ci sono scappati anche due usati del Libraccio a due ero l'uno, una caterva di libri in biblio e due manga. Credo di essere una delle adolescenti più felici del mondo talmente idiota da non rendersene conto pienamente. Ed è fottutamente triste non rendersi conto di questa fortuna, di dire « Cavolo non ho che due regali per Natale » e ritrovarsi con un bel po' di regali nel giro di pochi giorni. 
Ecco in cosa sbagliamo noi gente erudita, fortunata, superiore e facoltosa: se abbiamo la Ferrari siamo contenti come una Pasqua ma se abbiamo un bacio e un regalo ringraziamo sì, siamo sorridenti sì, ci fa piacere sì, ma siamo sicuri di essere realmente ed assolutamente felici?

martedì 20 dicembre 2011

[Recensione: Break. Ossa Rotte. ] « Remember me, remember me when you are down »

Trama: Jonah ha una famiglia a dir poco difficile. Ha due genitori quasi assenti, che non ricordano più perché stanno insieme e a malapena riescono a tenere le fila di un matrimonio che sta rovinando la loro vita e quella dei figli. E ha due fratelli: Will, di pochi mesi, che piange incessantemente, e Jesse, di 16 anni. Il rapporto tra Jonah e Jesse va ben al di là dell'amore fraterno. Sì, perché Jonah è l'angelo custode di Jesse, colui che ogni giorno lo salva da morte sicura per soffocamento. Jesse soffre infatti di gravi allergie alimentari, soprattutto al latte e, dato che Will è ancora un poppante, Jesse non è mai al sicuro, nemmeno in casa. I suoi attacchi sono violenti, terribili, devastanti, tanto da spedirlo in ospedale. Jonah non può permettersi di perderlo mai di vista: controlla tutto ciò che mangia, tocca, respira. Si assicura anche che quella sbadata di sua madre non allatti Will e poi tocchi il fratello. Ogni volta che il cellulare squilla, il cuore di Jonah parte al galoppo per la paura che Jesse sia in fin di vita. Jonah vuole essere più forte, ha bisogno di essere più forte, per sorreggere una famiglia sull'orlo del baratro, per sostenere un fratello che rischia di morire ogni giorno, per non cedere al raptus omicida nei confronti di un bebè che riduce a brandelli i nervi di tutti. Rompersi le ossa e guarire è l'unico modo che Jonah conosce per rinforzarsi. Perché chiunque sa che un osso fratturato ha il potere di 
curarsi da solo e di ricrescere più forte, rinvigorito.




Il mio voto: 


La mia recensione:



Questo è uno di quei libri che ho preso per curiosità, l'ho iniziato in modo decisamente spassionato ma che poi mi ha strappato il cuore dal petto e l'ha gettato sotto un camion su un autostrada. Ecco cosa mi ha fatto. Mi ha fatto male, mi ha fatta star male, mi ha fatto pure tentennare nel piangere e questo è semplicemente pazzesco perché son sempre stata dell'idea che o piangi o non piangi; non è che un giorno ti alzi e dici: “ Oggi faccio impazzire le lacrime tentennando sul farle sgorgare o meno. ”
L'autolesionismo è un argomento che, da quando l'ho scoperto circa un annetto fa, non mi ha mai “ abbandonata ”. E' una di quelle cose su cui ti vuoi informare il più possibile e allora sei lì a legger libri, ad impazzire su siti in ogni lingua per cercare articoli, libri o qualsiasi cosa che possa esserti utile. E fondamentalmente sono dell'idea che tutti siamo un po' autolesionisti. Semplicemente c'è quello che si spezza le ossa per rinforzare sé stesso e i propri cari, Jonah, o quello che si taglia per eliminare temporaneamente la causa del suo dolore. E poi veniamo noi: quelli che si fanno del male ma che non lo ammettono, il più delle volte è autolesionismo psicologico; altre volte credo si è talmente ciechi da non capire nemmeno che si cammina sul filo di un rasoio e la cosa inquietante è che se lo si fa in un rito religioso è tabù.
Ma questo è tutto un discorso a parte e si potrebbe discorrere per ore intere su cosa sia moralmente giusto o sbagliato. Questo libro forse è “ moralmente sbagliato ” vendendolo così a spanne. Per noi è inconcepibile vedere un ragazzo di diciassette anni che si rompe le ossa pensando di rafforzare una famiglia che dovrebbe chiamarsi caos cosmico abbandonato a sé stesso. Quella non l'ho mai considerata una famiglia ma una merda e gli unici che hanno sempre avuto la mia attenzione sono stati Jesse e Jonah; un bambino che piange da un secolo e dei genitori così schifosi non li voglio vedere nemmeno in un libro e non perché io sono schizzinosa o perché sono una che ha i genitori pieni di soldi e che quindi ha vissuto nell'agio fin dal primo respiro, no. Lo dico perché quelli dubito che sappiano cosa sia la vera difficoltà del vivere e forse nemmeno io lo so. Però lo vedo, ogni fottuto giorno in casa mia. Quelli per me sono solo amebe che prima di far crepare l'ultimo neurone che avevano nel cervello hanno scopato e dopo hanno sfornato un terzo figlio che ha solo peggiorato la situazione.
È ovvio che Jonah ha un disagio spropositato: il prendersi cura del fratello è col tempo maturato in un'ossessione e la situazione in cui si trova l'ha spinto a fare la cazzata delle ossa. Se questo non è amore non so cosa sia. Pazzia forse. Ma non saprei dirlo con certezza. Quello che posso dire con certezza è che Jonah è molto più altruista di me. O forse più pazzo di me. Molto probabilmente Jonah è molto più altruista e pazzo di me. Però credo che in comune abbiamo la tendenza a fare i finti distaccati, i finti “ duri ” quando un comune “ no ” ti brucia vivo.
Ecco perché questo libro mi fa questo effetto: perché io e lui fondamentalmente siamo simili, in determinate situazioni quasi ci completiamo a vicenda e il quadro complessivo è davvero strano e confuso. Io non ho mai creduto che condividere il dolore fosse il modo giusto per risolvere i problemi della famiglia ma sono sempre stata dell'idea che ognuno si gratta il suo. E forse ho sbagliato. Ma anche no.

Narcissistic Cannibal




[ A volte odio

La vita che faccio

Ogni cosa ogni volta è sbagliata

Tiro avanti, non posso scappare

Ogni cosa che arriva nella mia strada

Mi dà la caccia portandomi in tempi sereni

Rimango in attesa, sono perso nella nebbia
Combatto fino alla fine della vita ]





Buon martedì. Perché iniziare un post con il ritornello di una canzone dei KoЯn? Semplice: le citazioni, ovunque io le inserisca, hanno sempre un significato preciso. In questo caso si tratta di me in questo periodo. Lo so che è quasi Natale e che dovrei esser felice come una che ha appena baciato il tipo che le piace ma è un po' difficile se una deve rinunciare ad un libro che vorrebbe ardentemente per Natale e chiedere ai genitori di comprarle due fumetti di Rat – Man perché i soldi faticano ad arrivare e sono pure pochi. Sicuramente è dura per tutti ma mi chiedo se qualcuno in questi ultimi tempi si è fermato a pensare ai proprio pargoli e a porsi la fatidica domanda: “ Vorrei regalare a mio / a figlio / a ciò che desidera ma purtroppo non posso perché non ci sono i soldi. ” Non è una critica che merita i manifesti appiccicati sul lampione dove ci piscia il cane alle nove di sera ma solo una considerazione di noi figli. Gli infanti manifestano la disapprovazione ed il dolore in modo semplice e intuitivo: piangono e urlano. Ma un teenager come può reagire? Manda affanculo il mondo e basta? Credete che non si possa sentire a sua volta una merda? Io mi sono sentita così: incapace di poter far qualcosa per sistemare, anche di un millimetro, questa situazione. Certo, se uno chiede di spendere 4 euro per un fumetto di Rat – Man contro i 19,90 del libro di Bowden hai già fatto qualcosa ma alla fin fine è nulla in confronto a quello che veramente bisognerebbe fare. C'è di buono che, a quanto ne so, riceverò un po' di regali da persone che amo e a cui tengo davvero molto. 


Oggi la mia giornata scolastica si è interrotta con una lotta contro i lacrimoni. Ho ricevuto un regalo inaspettato. E a tal proposito vi faccio una confessione: io dico sempre di avere il cuore di ghiaccio e il più delle volte mi comporto come una “ Principessa di Ghiaccio ” ma alla fin fine il mio cuore sanguina ogni volta che c'è qualcosa che non funziona. Mi considero un essere umano altamente emotivo che potrà anche prendersela per una quisquilia ma soffre di brutto.

Ritornando al discorso principe. Ho messo il ritornello della canzone perché credo fondamentalmente di essere una cannibale narcisistica. Mi spiego. Mangio molte emozioni, sorrisi, lacrime e dolore degli esseri umani ( da qui l'essere cannibale ) e dall'altra sono, strano ma vero, una persona, che malgrado le apparenze e la scarsa autostima ripresa a calci in culo, molto egoista e che si vuol bene in modo...narcisistico. Ultimamente pure cinica per certe cose. D'altronde io ho sposato la causa dell'affrontare la maggior parte delle avversità della vita in modo asettico e senza emozioni apparenti. È brutto detto così ma io il dolore ho imparato ad affrontarlo così, almeno non rischio di star di merda.

sabato 5 novembre 2011

A volte ritornano...

Temo di passare per un'apparizione, in quanto la mia frequenza su questo blog abbandonato da Dio e dal mondo fa schifo. 

Inutile dirvi perché, come etc. sono sparita. Se non siete abituati fatevene una ragione perché non so proprio cosa dirvi. Facendo la stronza sto perdendo punti e lo so ma fondamentalmente non m'interessa, perché ho - come tutti - dei problemi e il fatto che solo il postare qui una dannata recensione che scrivo su aNobii mi dà fastidio quando sono già al pc può illuminarvi. Non cerco nulla e non sono qui con l'intento di elemosinare della dannata compassione. 
Detto questo... continuo a scrivere e di questo ne vado molto fiera visto che uno dei pochi ( per non dire l'unico ) mezzi a cui posso attingere per sfogarmi. Scrivere mi è servito anche per affrontare una macchia del passato che per quasi dieci anni ho semplicemente spostato come se fossi seduta sul divano e spostassi il libro che sto leggendo per far sedere mia madre; la macchia è stata anche un dannatissimo maglione che dopo un mese di gestazione sulla sedia della camera ho deciso di appendere e gettare nell'armadio. E tutto questo non l'ho fatto perché sono una persona insensibile col cuore di ghiaccio e lava al posto del sangue. Semplicemente faceva troppo male e sapete bene che è nella natura umana rimandare eternamente un qualcosa che fa male, troppo. E' troppo per me adesso che ne ho sedici di anni ( da una settimana ho fatto il passo da 15 a 16. Un applauso per me... ), figuriamoci a sei come potevo sentirmi!

I Cannelloni Suicidi ( ICS )
Va be' ora che ho finito di fare la bimba con le grandi sfighe e l'incapacità di sorridere, chiudo tutto e mi vado ad ascoltare qualcosa di necessario, tipo i Nirvana. In qualche modo devo pur ammazzare l'attesa del fatidico " bip! " del microonde che mi annuncia che i cannelloni sono pronti per il suicidio di massa.

Proroga del concorso LIBERO ARBITRIO SPIN OFF

Qui di seguito vi riporto un'interessante iniziativa proposta dall'autrice Caterina Armentano, autrice del libro “ Libero Arbitrio ”. Avevo già avuto modo di recensire questo libro e se siete interessati o volete semplicemente rileggerla, vi posto più che volentieri il link: http://niobelabianca.blogspot.com/2011/08/recensione-libero-arbitrio-spesso-mi.html


Qui di seguito trovate tutte le info. 


Proroga del concorso LIBERO ARBITRIO SPIN OFF + possibilità di leggere gratuitamente LIBERO ARBITRIO. 
Dopo aver ricevuto molte mail in cui i potenziali partecipanti al concorso "LIBERO ARBITRIO SPIN OFF" mi hanno fatto osservare che leggere il romanzo e scrivere un racconto nell'arco di due mesi non è possibile per tutti, insieme a MP Black e Lavinia Scolari, ho deciso di prorogare la data di scadenza al 31 gennaio 2012 e di inserire alcuni link dove poter leggere sia le prime 50 pagine del romanzo, sia per richiedere il pdf o acquistare il romanzo . 
Sperando di aver fatto cosa gradita a molti vi lascio il link del bando e la lista dei libri messi in palio: 
Prima edizione del concorso letterario LIBERO ARBITRIO SPIN – OFF 
Dopo il grande successo del LIBERO ARBITRIO BLOG TOUR e la richiesta da parte di molti lettori di un seguito della storia sopra citata l’autrice, Caterina Armentano, ha deciso di indire un concorso letterario affinché siano gli stessi lettori a dare libero sfogo alla propria fantasia scrivendo di proprio pugno il seguito del romanzo ( in forma molto ridotta) oppure di scegliere un personaggio tra i tanti all’interno del romanzo e creare un’appendice, un dopo, una storia alternativa di qualsiasi genere letterario. Questo implica la lettura del romanzo. Si può scegliere un qualsiasi personaggio, principale, comprimario o marginale, persino i bambini a patto che il loro vissuto trapeli all’interno del racconto. 
LIBERO ARBITRIO BLOG (http://caterinaarmentano.splinder.com/) in collaborazione con M.P. Black e Lavinia Scolari organizza il concorso letterario “LIBERO ARBITRIO SPIN – OFF”. In palio la pubblicazione dei tre racconti vincitori su LIBERO ARBITRIO BLOG e altri blogs amici e nove romanzi a scelta tra quelli gentilmente messi a disposizione dai più conosciuti autori emergenti italiani. 
La giuria è composta dalle scrittici: M.P. Black ( Lisa Verdi e il ciondolo elfico, Lisa Verdi e l’antico codice, Lisa Verdi e il Sole D’Aresil editi 0111 Edizione. I guardiani delle anime. La maledizione della regina edito Edizioni Domino) Lavinia Scolari ( L’uomo dal campanello d’oro 0111 Edizione) Caterina Armentano ( Il sentiero delle parole Torchio editore, Sotto l’albero di mimosa Aletti Editore, Libero arbitrio 0111 Edizione). 


Blog amici: 


Albero delle gocciole di Giulia 
Angel's Book di Violeta 
Atelier dei libri Glinda 
Bookland Viaggiando tra i libri 
Cuore d’inchiostro di Sonia 
Elfi draghi e streghe i miei libri e un po’ di gossip di M.P. Black 
Frammenti di Sogni di Lavinia Scolari 
Gloria’s literary cafè di Gloria 
Lasciami leggere di Black 
Il forum ufficiale di M.P.Black 
Il sovrano lettore di Barbara Risoli 
Sangue d’inchiostro di Leo 


Libri messi in palio: 

Amon saga. L’evocatore di Paola Boni edito Casini Editore. 
Amon saga. La fine del sentiero. di Paola Boni edito Casini Editore. 
Comiche in cassa di Alessandra Raiti e Patrizia Catenuto edito Kimerik Editore. 
Demetrio dai capelli verdi di Marco Mazzanti Edizione Eiffel. 
I figli di Atlantide di Mario De Martino edito Casini Editore. 
I Guardiani delle anime. La maledizione della Regina di M.P. Black edito Edizioni Domino. 
Il canto della notte di Camilla Morgan Davis edito Zero 91. 
Il veleno del cuore di Barbara Risoli edito 0111 Edizione. 
L’uomo dal campanello d’oro di Lavinia Scolari edito 0111 Edizione. 


Bando: http://caterinaarmentano.splinder.com/post/25540786/concorso-letterario-libero-arbitrio-spin-off 


Info: 


Leggi le prime 50 pagine di "LIBERO ARBITRIO" : 
http://issuu.com/0111edizioni/docs/ante-liberoarbitrio 


Catena di lettura su anobii dove si potrà leggere gratuitamente il romanzo e richiedere il pdf: http://www.anobii.com/forum_thread?topicId=3152646#new_thread

Per acquistare il romanzo (oltre ibs, libreria universitaria, amazon.it ecc ecc...) : http://www.ilclubdeilettori.com/prodotto-143737/Libero-arbitrio-di-Caterina-Armentano.aspx

lunedì 5 settembre 2011

Parole nel silenzio...

...Ovvero: perché scrivo.

Mi sono spesso chiesta perché scrivo. Già perché? Per rabbia, tristezza e altre cose represse? Perché sono sempre stata uno spirito libero e solitario? Perché spesso mi sono sentita un verme solitario, una rottura di scatole che deve essere tolta? I don't know.

Scrivere per sè stessi è la cosa primaria. Se dovessi mettermi qui davanti al computer per scrivere qualcosa che non è nato volontariamente dalla mia mente e che inconsciamente o meno non c'entra con me e la mia vita, il foglio elettronico rimarrebbe bianco, quasi fosse stato lavato col Vanish. 

Una volta mi chiedevo perché tutto ciò che scrivevo era tutto così deprimente poi quando mi mettevo a rileggerle facevo la scolaretta impaurita e piangevo, finalmente tutto mi era chiaro: non piangi se quello che stai leggendo non ti fa tremare l'anima. 

Ora accetto i miei scritti per quello che sono: se sono tristi li amo e se sono felici li amo allo stesso modo. Sono dei figli per me, i miei preziosi bambini. Sono la testimonianza che io ESISTO, sono le mie orme che in futuro saranno lì alla portata di tutti o di quattro gatti, non m'importa. Chi vorrà conoscermi potrà farlo così. Io sono tutte quelle lady o tutti quei gentleman che si ferivano, che morivano col cuore colmo d'amore, quelle farfalle mancate...  Ero e sono ancora IO quelle parole. 

Non mi sono mai pentita, così come spesso non mi pento di metterli sotto ad un velo per farli leggere solo ad una persona sola oltre a me. Ad esempio i miei non credo che capirebbero tutto quello che scrivo. Alcune sì e quelle " comprensibili " finiscono sotto i loro occhi ma quelle " incomprensibili " no, se mi chiedessero qualcosa o mi esponessero le loro opinioni sono sicura che una parte di me morirebbe.
Perché non sempre si può capire tutto..

Queste dunque sono le mie " Parole nel silenzio ", quelle parole che pochi hanno letto o sentito e che hanno apprezzato e che in me risvegliano sempre qualcosa.
Delle volte penso che ciò che scrivo è delirante, al limite della follia ma se ho scritto quelle parole un motivo ESISTE.  E quel motivo sono io.

Questo è forse il primo scritto veramente personale che condivido col mondo. 


martedì 9 agosto 2011

[Recensione: Libero Arbitrio] “ Spesso mi chiedevo perché starsene lì a indugiare nell’illusione che potesse scendere la manna dal cielo mentre il resto, quello che non volevamo, ci veniva dato e non avevamo neppure la facoltà di rimandarlo indietro. ”

Trama: In un paesino della Calabria, un luogo non ben definito, dove lo spazio simbolico prevale su quello reale, inizia l'intreccio delle vite di alcune donne che vivono nello stesso condominio. Loro si aiutano, si odiano, si invidiano, fanno comunella tra loro. Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad "Amici" nonostante abbia superato l'età e digiuna se Gigi d'Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli. Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi. Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama. Questi frammenti di vita sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno la maledizione che le fa perdere i figli prima che nascano. Rebecca narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l'ha perseguitata per tutta la vita...


Il mio voto: 


La mia recensione:




Mi trovo un po' in difficoltà a commentare questo libro e devo dire che questo fatto inizia a non piacermi visto che non è la prima volta. >_<
Lasciando perdere queste cose dico subito che questo è un libro fuori dai miei generi perché sono abituata a leggere cose profondamente diverse e devo dire che mi devo ricredere su quella piccola idiozia che mi ero messa in testa sul fatto che i libri non fantasy non mi possono piacere e questa direi che è l'ennesima dimostrazione.
Quando avevo letto la trama di questo libro mi ero aspettata una cosa completamente diversa da questa, soprattutto perché è una storia piena di sofferenze ma anche di soddisfazioni, come la vita stessa.
E' la storia del Libero Arbitrio di un gruppetto di donne, tutte con le proprie speranze, i propri sogni, i propri alti e bassi e le proprie sofferenze ma è anche la storia di qualcuno che è stato disposto a sacrificare e a perdere tutto quello che aveva per poter avere una soddisfazione illusoriamente ( ? ) più grande anche se alla fine l'ha pagata a caro prezzo.
Questa storia nasce e prende forma in un paesino della Calabria, pieno di difetti e di gente col paraocchi dove il progresso è arrivato ma lo si rifiuta per rimanere nelle proprie mentalità arrugginite dal tempo. Di conseguenza è impossibile tenere segreto qualcosa perché nel giro di poco dal vicino di casa al panettiere tutti sanno tutto di tutti e sono sempre pronti a sputare sentenze senza sapere tutta la storia perché qualcuno ha osato fare delle scelte seguendo il proprio libero arbitrio.
In questo paesino sono solo le due protagoniste, Rebecca ed Ester, legate da un'amicizia duratura, genuina, fraterna fin dai tempi dell'asilo riescono a giudicarsi tra amiche ( quindi senza seppellirsi a vicenda per ogni cosa fatta ), così come Rebecca è l'unica a sapere che Ester fin da giovane sogna " la sua bambina ". Purtroppo entrambe non possono avere figli e, ovviamente, tutto il paese è a conoscenza di questa cosa. Rebecca ha perso dolorosamente due figli non riuscendo a portare a termine due gravidanze e la gente la compatisce e pensa che dicendole due parole consolatorie possano averla aiutata quando ne farebbe volentieri a meno visto che le fanno più male che bene. Tutto questo perché la gente è completamente presa dai propri impegni e dai propri comodi, vivendo nella loro dimora dorata recintata da un muro di egoismo.
Chiunque mi si avvicinasse era convinto di aver trovato le parole più consolatorie mai pronunciate da altro essere vivente e invece se si fossero fermati un istante ad ascoltarsi, se si fossero interrotti un attimo per guardarmi, se avessero rivolto lo sguardo al mio ventre ormai asciutto e ai miei occhi da cui traspariva angoscia, avrebbero taciuto e in quel silenzio io avrei potuto raccontare dei miei sogni distrutti e del mio senso di abbandono, della rabbia che covavo dentro come acqua cristallizzata. Questo mi avrebbe concesso di piangere in compagnia di qualcuno, ma la gente detesta i frignoni, i problemi se non per conoscerne i fatti, farsi una propria idea e magari aggiungere qualche particolare che renda la storia più interessante, più romanzata.
Per difendermi da tutto questo, per rendere la quotidianità meno pressante indossai la mia armatura fingendo così di aver superato il dolore, simulando che il tutto non mi sfiorasse…
Ester invece è completamente incapace di concepire anche se sa che la sua bambina è lì da qualche parte e la sta aspettando. Così il giorno che scopre che è Fabio, suo marito, ad essere sterile decide di prendere in mano le redini della situazione e di sistemare la faccenda a modo suo. E anche se è una frase abbastanza usata questo è l'inizio della fine...
Comunque la storia non ruota esclusivamente attorno a loro due perché ci sono altre donne: giovani o vecchie, antiquate ed emancipate, ognuna con la propria vita e con il proprio bagaglio di esperienze, con fardelli più o meno pesanti sulle spalle.
Alcune di queste vivono nello stesso palazzo di Ester e Rebecca e, come tutti, vivono avvolte nel loro insensibile egoismo.
Un esempio è la sorella di Ester, Cosima, che viene sempre maltrattata ( è un eufemismo ) e picchiata dal marito e anziché ribellarsi incassa e sta zitta perché nel profondo sente di meritarsi questa punizione.
Lei era convinta di star espiando i suoi peccati, e soprattutto difendeva sempre l’uomo che l’aveva resa una freccia spezzata prima di essere scoccata. Si sentiva colpevole, incapace e responsabile dell’atteggiamento del suo molestatore.
Ha un rapporto tutt'altro che buono con la figlia adolescente Antonella che ha un'opinione tutt'altro che positiva della madre. La ragazza poi a sedici anni ( quindi alla mia età praticamente ) ha già una vita sessuale attiva e spesso prende la pillola del giorno dopo per " risolvere il problema ".
Poi ci sono anche le loro amiche - Miriam, Raffaella, Marianna, Pamela, Ramona, Stella -, chi più chi meno con i loro problemi , insoddisfatte e piene di sogni, che devono puntualmente adeguare per far tacere le malelingue del paese.
«È sempre la stessa storia. Se non si è fidanzati si vuole un fidanzato, poi si desidera il matrimonio, poi un figlio, magari anche il secondo, il cane e la villa, fino a quando ci rendiamo conto che neanche questo ci soddisfa che spesso facciamo delle scelte sbagliate per mettere a tacere voci di paese e le vecchie zie di famiglia!»
E per finire zia Nina, un'anziana signora non vedente con il suo grande errore a testimonianza del fatto che fare di tutto per realizzare un sogno senza curarsi degli effetti collaterali è sempre rischioso e il più delle volte, inutile o insoddisfacente.
Quindi mi viene spontaneo dire che questo è un libro sull'essere madre, sul voler avverare un proprio sogno a tutti i costi ma anche di scelte: giuste, sbagliate, impulsive, ponderate, sofferte, obbligate, che si rimpiangono, egoistiche e quelle che si compiono per accontentare tutti tranne che se stessi. Sono tutte scelte che non bisogna condannare perché chi le compie potrebbe già autocriticarsi facendo di ciò una condanna.
Quando Dio mi creò, quando Lui inalò il respiro nei miei polmoni e decise per me se dovevo essere intelligente o sciocca, scaltra o incompetente, povera o ricca, sola o in compagnia, decise anche di darmi una piccola scatolina da scartare appena atterrata sulla terra per carpirne il segreto dell’esistenza.
Io ho aperto quella scatola e in essa, avvolta in un manto di piume ho trovato l’essenza, lo spirito del libero arbitrio, pronto a far danni ma capace di darmi la possibilità di scegliere chi essere.
Penso che sia inutile snocciolare altri dati sulla trama e pensare piuttosto a dire cosa mi ha trasmesso.
In alcuni momenti gioia e felicità, in altri una malinconia davvero straziante, in altri rabbia al punto che avrei volentieri dato una badilata in testa a queste donne di mezz'età che si comportavano come bambine con i loro sogni di gloria che a loro insaputa stavano sfumando e loro manco s'accorgevano, in altri semplicemente sono rimasta lì impalata per varie motivazioni. Così O_O.
In definitiva penso che sia un libro che merita di essere letto da tutti per capire che forse prima di criticare bisogna riflettere e pensare che con una frase possiamo ferire o distruggere un'intera esistenza. Ma fa anche capire che forse bisognerebbe far tacere le malelingue o semplicemente smettere di sentirle e di preoccuparsi. O almeno è quello che mi ha trasmesso.








lunedì 8 agosto 2011

[Recensione: Crank] “ Come posso giustificare di aver messo piede di proposito su un sentiero così evidentemente insidioso? Che il divertimento stesse proprio nella caduta? ”

Trama: Kristina Georgia Snow è la figlia perfetta: studentessa modello, tranquilla, mai nessun problema. Ma quando parte in viaggio per visitare il padre, Kristina scompare e Bree prende il suo posto. Ma Bree è l’esatto contrario di Kristina: è impavida, strafottente, piena di vita. Poi Bree incontra Adam. È il suo ragazzo dei sogni, tutto muscoli scolpiti e sorrisi smaglianti. Lei s’innamora di lui, com’è ovvio, senza realizzare che quell’amore ne farà a pezzi la vitalità, la giovinezza, l’entusiasmo. Perché sarà lui a presentarle per la prima volta il mostro, crank. E perché quella che inizialmente sembrava una montagna russa di emozioni e di svaghi ben presto si trasformerà nell’inferno della dipendenza e di una totale perdita di controllo. Bree tenterà di trovare una via di scampo, tra mille difficoltà, e la sua sarà una battaglia per recuperare la sua anima e la sua mente: in altri termini, la sua vita. Attraverso le ipnotiche, affascinanti alchimie del verso libero, Ellen Hopkins narra la storia di una dipendenza e una ribellione adolescenziali e delle fragili strategie di una rinascita.




Il mio voto: 




La mia recensione: 




Inizio con una piccola critica che mi ha infastidito non poco: questo libro è stato censurato in America per via dei suoi contenuti. Vorrei ridere, vorrei piangere e vorrei vomitare al tempo stesso. E' una cosa ridicola che nel mondo e in rete circolano cose assurde e che quando una persona che ha vissuto in quanto madre di una ragazza che ha toccato con mano “ il Mostro ”, la droga per farci capire, scrive un libro e riesce a pubblicarlo questo venga censurato. La storia in sé è di pura fantasia però questo è un libro che parla di droga, anche se non è un manuale che spiega a livello scientifico cosa accade al corpo di una persona che fa uso di queste sostanze ma è il diario, chiamiamolo così, di una ragazza che conosce il Mostro e da quel momento non riesce più a troncare il rapporto che ha con esso.
Io già leggendo la trama mi ero aspettata una cosa leggermente diversa ma gente, è un po' difficile dire “ Questo libro ha deluso le mie aspettative. ”
Una particolarità del libro è la scrittura sottoforma di poesia: versi liberi che spesso nella pagina assumono forme particolare ( cuori, croci... ) che ci fanno conoscere Kristina Snow e Bree. Sono la stessa persona solo che Bree non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, fa quello che vuole e per lei le regole non esistono. In parole povere è la Kristina libera, selvaggia, quella che ama il rischio e che tra le due prende spesso il controllo. Kristina invece è la ragazza perfetta, con ottimi voti, con amici con la testa sulle spalle come lei. Una ragazza normale, insomma.
Ha i genitori divorziati fin da piccola ed è solita passare un po' di tempo con il padre durante l'estate, ad Albuquerque.
Kristina ha sempre messo sul piedistallo il padre, facendolo apparire un bel Principe residente in un bel castello fiabesco. La delusione è grande e palese quando si ritrova davanti un uomo di mezz'età dipendente dalla droga che vive in una topaia insieme ad alcuni scarafaggi giganti.
Ma qui incontra Adam, lascia che Bree prenda il sopravvento e comincia una vita dissoluta, dove è il Crank, il Mostro a farla da padrone. E imperversa in tutta tranquillità anche quando ritorna a casa perché anziché smettere ne diventa ancora più dipendente, attraversando tutti i passaggi:
- Sniffare;
- Fumare;
- Iniettare.

Sono sola
e tutto cambia.
C’è chi la definirebbe realtà distorta,
ma è proprio quello il mio posto:
senza mamma,
Marie, sempre più distante
in una tardiva ricerca di celebrità
senza patrigno
Scott, arcigno e di mano pesante,
con aspettative irrealizzabili
senza sorella maggiore,
Leigh, intrappolata in una bufera
di sessualità incerta
senza fratello minore,
Jake, bambino viziato, invasore
svergognato della mia nicchia.
Sola,
ed esiste dolo la persona che ho dentro.
E ha iniziato a piacermi sempre più
di questo mio guscio preuntuoso. Certo,
non è proprio silenziosa,
sbraita oscenità solo perchè
le scivolano bene sulla lingua
non è proprio una secchiona,
ma ha un-mu-cchio di altre
doti invidiabili
non è proprio pulita,
scoreggia di gusto, si scaccola
e sputa come un maschio
non è proprio sana di mente
certe volte, a dire il vero,
lascia perplessa persino me.
Sola,
e non esiste la figlia perfetta,
niente studentessa modello,
niente Kristina Georgia Snow.
C’è soltanto Bree.
Ovviamente mente a tutto e tutti, incolpando Bree la sua parte meno avvezza alle regole e con cui deve convivere durante la storia.
La fine del libro lascia un po' insoddisfatti ma ho scoperto per caso che questo è il primo libro di una saga che spero vivamente di trovare anche qui perché è un libro che merita di essere letto, dagli adolescenti come me e anche dai grandi. E' pur sempre esperienza anche per voi. M'immagino già i vostri sbuffi e i vostri pensieri/commenti su quanto sia inutile leggere un libro come questo ma posso assicurare che non è la solita rottura scritta da qualcuno che probabilmente sa di droga perché ne ha studiato gli effetti e simili. Questa è una storia di vita anche se inventata di sana pianta da una persona. Non è vendita promozionale, è un invito a leggere e capire senza prendere libri che usano paroloni sconosciuti ed incomprensibili. Pensateci mentre mi mandate a quel paese d'accordo?
Io nel frattempo vi lascio con qualche assaggio:
Come posso spiegarvi la pura scarica raggelante
dell’attesa di fare qualcosa di radicalmente sbagliato?
Nessuna paura. Nessuna colpa.
Come posso giustificare di aver messo piede di proposito su un
sentiero così evidentemente insidioso? Che il divertimento
stesse proprio nella caduta?

[Recensione: L'uomo Senza Tempo] “ Our souls are not ready for life.. ”

Trama: Dieci anni fa, il desiderio di essere normale l’ha portato a perdere ciò che più amava. Ora, nell’anniversario del suo ultimo ricordo, un uomo dalle conoscenze quasi infinite cammina verso un destino che non gli appartiene, alla ricerca del perdono e della risposta all’unica domanda che non ha mai dimenticato: se non puoi essere ucciso, è giusto che qualcun altro muoia al posto tuo?






Il mio voto: 




La mia recensione:




Non so proprio cosa dire...
No be', una piccola spiegazione per il titolo della recensione ce l'ho.. E' nel testo di una canzone e non so spiegarvelo, appena l'ho vista ho pensato a questo libro...
L'ho finito ieri questo libro e ho avuto un giorno di tempo per pensare alle parole da usare eppure... niente. Ma badate bene: non mi ha fatto schifo, anzi mi ha lasciata così proprio perché mi è piaciuto tantissimo, l'ho divorato in un giorno ( o forse meno? ).
Perché vedete, una storia come questa “ lascia il segno ” per così dire. Ti arriva in casa e rimane lì a farti una silenziosa compagnia insieme ai tuoi altri libri e quando decidi di leggerlo non ti aspetti una cosa del genere, no. Ti aspetti qualcosa di interessante e bello, certamente ma non t'immagini
QUESTO.
Arrivi alle ultime pagine e dopo tutto quello che hai letto e che il protagonista ha passato gli auguri la fine migliore, quella che desidera. Sei lì con lui ha sperare in quel cambiamento tanto atteso e improvvisamente ti ritrovi un “ avvertimento ” che ti dà due opzioni:
- Continuare e vedere la fine che l'autore ha scelto;
- Chiudere il libro e immaginarti una fine pulita, “ vergine ” oserei dire se mi permettete il termine, non ancora vissuta, non ancora toccata, non ancora violata.
Io ho scelto la prima carica di desideri che poi sono sfumati; ma per una volta non mi sento incazzata, non mi sento tradita... Mi sento bene, per così dire perché sono contenta della piega che ha preso la storia dell'uomo senza tempo.
E' stato come vedere per la prima volta un film che poi dichiarerò essere uno dei miei preferiti, che è riuscito a conquistarmi nonostante la fine diversa da come me l'ero immaginata. E non ho avuto bisogno di mettermi lì, con gli occhi chiusi a sentire il suono delle onde che s'infrangono sulla costa per concentrarmi e trovare una fine alternativa, nossignore. Qualche minuto ancora di relax assoluto, il tempo di finire la canzone e sistemarmi per tornare a casa felice della mia lettura, raggiante per essermi arricchita, estasiata per il viaggio appena compiuto e forse un po' triste perché era già ora di scendere dal destriero immaginario su cui ero salita e che forse, se il Destino lo vorrà, incontrerò in una futura avventura.



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