Il mio voto: ★★★ 1 / 2
Il mio commento:
Le Nebbie di Vraibourg è un libro che ho iniziato da curiosa esploratrice in un genere letterario che conosce poco e che a fine lettura mi ha lasciata di sasso , in quanto questo non è un libro che lascia indifferenti. Pian piano ti accompagna e , sempre quieto quieto, ti gioca un tiro mancino, rimescola davanti ai tuoi occhi le carte a suo piacimento e , alla fine , quando ormai pensi che non potranno più esserci rivelazioni shock e mascelle cascanti ( da parte tua ), ecco il colpo di grazia che non ti lascia nemmeno dire “ Zio sbuccia nespole ” talmente fa effetto.
Un altro pregio di questo libro è che ti fa proprio venir voglia di essere lì , anche come fantasma, per vedere tutti i retroscena, trovando così risposta a tutti quei segreti che nemmeno a fine lettura trovano davvero una conclusione. In parole povere questo è un libro che va vissuto, oltreché letto.
Non è altresì possibile non entrare in empatia con il personaggio di Etienne, da sempre orfano mantenuto in un collegio da un misterioso uomo che un giorno gli propone di diventare l'insegnante del figlio. Un figlio indubbiamente strano e sfuggente, bello e feroce come una fiera , crudele, spietato e privo quasi di qualsivoglia sentimento. Ma, badate bene, che tutto ciò che viene detto, in realtà, non è stato mai detto. Vraibourg, a conti fatti, è la città del controsenso, del mistero e dell'inganno, perlopiù reciproco.
Etienne, Dorian, Tancrède Des Essarts (il nobile), Ophélie, Madeline sono tutti personaggi che si evolvono con la storia, facendosi quasi manipolare da mani esperte ed esterne come il pongo, assumendo continuamente forme nuove che , inevitabilmente, lasciano sempre trasparire un qualcosa su di loro, atto a confondere chi legge.
Un altro pregio di questo libro è che ti fa proprio venir voglia di essere lì , anche come fantasma, per vedere tutti i retroscena, trovando così risposta a tutti quei segreti che nemmeno a fine lettura trovano davvero una conclusione. In parole povere questo è un libro che va vissuto, oltreché letto.
Non è altresì possibile non entrare in empatia con il personaggio di Etienne, da sempre orfano mantenuto in un collegio da un misterioso uomo che un giorno gli propone di diventare l'insegnante del figlio. Un figlio indubbiamente strano e sfuggente, bello e feroce come una fiera , crudele, spietato e privo quasi di qualsivoglia sentimento. Ma, badate bene, che tutto ciò che viene detto, in realtà, non è stato mai detto. Vraibourg, a conti fatti, è la città del controsenso, del mistero e dell'inganno, perlopiù reciproco.
Etienne, Dorian, Tancrède Des Essarts (il nobile), Ophélie, Madeline sono tutti personaggi che si evolvono con la storia, facendosi quasi manipolare da mani esperte ed esterne come il pongo, assumendo continuamente forme nuove che , inevitabilmente, lasciano sempre trasparire un qualcosa su di loro, atto a confondere chi legge.
Credo che sia impossibile riuscire a capire davvero il finale prima di averlo letto e anche lì si rimane comunque sì sbalorditi ma anche confusi e insaziati come se il pasto non fosse realmente finito e mancasse ancora qualche portata perché questo libro non è fatto per saziare, bensì per insinuare dubbi che sono incapaci di svanire. Sono dell'idea che per avere questo effetto bisogna innanzitutto ringraziare i personaggi, attori magistralmente manovrati come burattini, burattini che sanno solo metterci la faccia perché le parole e i comportamenti sono detti e compiuti da quelle mani esterne capaci di modellare il pongo dei loro artisti, puntini neri in un modo bianco che si credono importanti ma che in realtà possono essere solo delle deboli pedine in un gioco più grande di loro.