lunedì 30 agosto 2010

Centodieci anni in dieci giorni...

Non ho molto da dire su questo libro, se non che è una lettura commovente che merita di essere fatta.
Non è nemmeno un impegno noioso e lungo, visto che si riassume in 90 pagine scritte con quel modo che solo i bambini sanno fare. Ma, attenzione. Non è una cosa da poco questo libro, anzi.
Vicino a quella scrittura da bambino, si trova quell'impronta che ricorda pienamente un individuo adulto, maturo, che più passano gli anni e più capisce e comprende gli errori che si possono commettere nell'età della spensieratezza allo stato puro.
Ma veniamo un poco alla storia...
Oscar è un bambino di dieci anni gravemente malato di leucemia.
E' consapevole della malattia, come è consapevole che presto morirà.
Vorrebbe parlarne con qualcuno, ma i grandi hanno paura e si rifiutano di ascoltarlo. Tutti tranne lei: Nonna Rosa.
Con lei parla di tutto, diventa una presenza costante della sua vita.


Un giorno, dopo l'ennesima chiaccherata, Nonna Rosa suggerisce al piccolo Oscar un gioco: fingere che ogni giorno valga dieci anni. La durata di questo strano gioco è di dieci giorni.
Inoltre gli suggerisce anche di scrivere ogni sera a Dio, così da raccontagli la sua vita.
In queste lettere quotidiane potrà chiedere a Dio un solo desiderio. Ma anche qui c'è una limitazione. Non un desiderio qualunque. Un desiderio dello spirito, non materiale.
Così facendo riesce a ritrovare il bel rapporto che aveva coi genitori, che la malattia aveva cacciato, riesce a dire a Peggy Blue, la ragazza che ama, la verità su quello che prova per lei, fa aprire gli occhi al dottore che ha sempre la "faccia da cane bastonato", perché deve spesso comunicare brutte notizie.
Insomma, vive la sua vita in quei dieci giorni che a tutti sembrano scontati. Tutti tranne che al piccolo Oscar.

Al compimento dei centodieci anni, s'addormenta per sempre, lasciando un biglietto sul comodino: "SOLO DIO HA IL DIRITTO DI SVEGLIARMI."
Non ho altro da aggiungere, se non che è il secondo libro che mi strappa qualche breve ma intensa lacrima.

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