giovedì 12 agosto 2010

UN MITICO VIAGGIO

Questo è uno dei miei racconti. 
Spero sia di vostro gradimento.
Fatemi pure sapere se vi è piaciuto o meno. Accetto consigli per migliorarmi! : )


"Quando mi alzai in quella mattina di Marzo, credevo che tutto sarebbe andato come in una mattina tipo.

In effetti per un certo lasso di tempo fu così, perché mi alzai, feci la mia abbondante colazione, poi andai in bagno a lavarmi e a truccarmi quel poco che bastava per essere impeccabile. Le ultime cose che feci furono vestirmi e prendere tutto il necessario per uscire.
Salì nella mia macchina nuova, accesi il motore e uscì dal giardino della mia modesta casa con un modesto giardino e mi ritrovai nella piccola strada secondaria, costeggiata da modeste villette a schiera, tutte dai colori vivaci.
Poco dopo che ebbi svoltato l'angolo, mi accorsi di aver dimenticato la borsa che utilizzavo per mettere tutte le cose che mi servivano oltre che a casa, anche in ufficio.
Credo di essere l'unico avvocato che ha sempre la testa che viaggia dovunque voglia andare.
Una volta ritornata indietro divenni rossa di rabbia, perché avevo anche dimenticato le chiavi di casa. - “Non è un problema” - mi dissi, “tanto Luca sarà sicuramente in casa.”
Luca è mio fratello, che ha da poco iniziato da poco la ristrutturazione della casa dove andrà a vivere insieme alla sua fidanzata, per cui lui mi ha chiesto di ospitarlo fino a quando non saranno terminati i lavori.
Con la mia dose infinita di fortuna bussai alla porta, ma nessuno si degnò di aprirla.
Provai anche ad urlare < Ehilà! Luca? Alzati da quel maledettissimo letto e vieni ad aprire la porta!! >
Naturalmente la situazione rimase stabile, perché anche se crollasse la casa, probabilmente Luca non si accorgerebbe minimamente di ciò che accadrebbe.
Infuriata come un toro a una corrida, sbattei lo sportello della macchina con tale violenza, che mi stupì che fosse ancora al suo posto.
Per tutto il tragitto riuscì a dire solo ed esclusivamente “Accipicchia!”.
Una volta arrivata nel parcheggio dello studio dove lavoravo, ero già sbollita, ma non del tutto.
Quando varcai la soglia dello studio Rossi&Croce ( e associati ) la mia giornata peggiorò ulteriormente.
All'inizio mi chiesi se nel caffè che avevo bevuto nel solito bar in cui mi fermavo ogni mattina, questa volta ci avessero messo un'abbondante dose di alcolici, perché tutto mi ricordava il 1980...
Al primo individuo che riuscì a incontrare senza che non mi guardasse come se avesse appena visto un fantasma, domandai: < Scusi sa dirmi che studio è questo? Mi scusi? Ehilà? > Dopo un interminabile minuto, il ragazzo poco più che trentenne a cui avevo posto la domanda si volse e mi disse: < Non ti ho mai vista. Sei nuova? Mi presento: sono Fabrizio Rossi. Piacere di conoscerti... >
< Sabrina Como. Il tuo nome non mi è nuovo.. >
< Davvero? Non credevo di essere già così popolare! > disse lui.
< Oggi è l'8 marzo 2010, vero? > chiesi cordialmente.
< Mi prendi in giro? Oggi è si l'8 marzo, ma 1980. > mi disse con un sorriso che arrivai fino alle orecchie, e poco dopo scoppiò in una risata fragorosa.
In quel momento stavo metaforicamente prendendo fuoco, ma all'improvviso svenni e mi risvegliai sempre nello stesso studio, ma il calendario diceva che era l'8 marzo 2010.
< Finalmente sono arrivata a destinazione! > dissi con una punta di sarcasmo, alzando gli occhi al cielo.
Purtroppo dovetti rimangiare il “Finalmente” perché lo studio pullulava di una quantità di animali tale che faceva invidia ad uno zoo.
L'ultima cosa che vidi in quel luogo fu una pantera che si avvicinava con aria tutt'altro che gentile.
Avevo una paura inimmaginabile, a tal punto che fu un miracolo che riuscissi ancora a correre. Credo di essere stata toccata da una maledizione, perché riuscì ad inciampare su una scrivania ribaltata e picchiai la testa.
Aprì gli occhi e mi scaraventai fuori dal letto.
Era stato tutto un sogno!
Un'ora dopo ero con mio fratello e gli dissi: < Non puoi minimamente immaginare il sogno che ho fatto, sempre che si possa chiamare così.. >
< Raccontami tutto. > mi disse lui.
< Emh.. Mi ero svegliata credendo che fosse un giorno come tanti... > e inizia il mio surreale racconto.
Non mi capitò più, beh non proprio; continuò a capitarmi l'8 marzo di ogni anno..."

di Jessica White

3 commenti:

  1. Bello, brava :) però una piccola annotazione: attenta alle ripetizioni che fai all'inizio del racconto, stanno male per il resto è OK :)

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  2. Grazie!
    Lo so, ma ero alle prime armi...^^''

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  3. Caspita, sei davvero brava! E giovane! Io ho cominciato ora, a diciott'anni quasi compiuti, e ho ancora parecchio da imparare... Continua così!

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