martedì 3 maggio 2011

[Recensione: L'Ultima donna della terra] Era stata imprudente? Era stata ingenua? Chiuse gli occhi. Era stata umana. Tutto qui.

Trama: Il mondo è finito, annientato dalla superbia degli uomini dimentichi di Dio. Il silenzio dilaga nella rinascita di una natura sovrana ed incontrastata. Ma qualcuno, clandestino nelle vie della vita, fuggiasco dalla morte imposta, è sopravvissuto e cammina solitario nelle strade deserte della Terra. E’ una donna, piccola e ignara del destino che l’attende; è una giovane donna senza conoscenza e senza vie di scampo e con lei qualche animale che ne fa una fedele compagna. Ma Lui non dimentica le sue creature, ovunque esse siano e da qualunque luogo luminoso esse giungano e gli occhi dell’ultima donna della Terra si alzano al giungere impetuoso di qualcuno che cerca proprio lei senza saperlo.
Ma nulla sarà facile per Rachele, ultima speranza di una razza in agonia.


Il mio voto: 


La mia recensione:


*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***


"... dal momento in cui questa gente è arrivata sei sempre accanto a me a proteggermi, consolarmi, sostenermi, a darmi una compagnia della quale non posso più fare a meno, non mi abbandoni un solo attimo. Voglio darti un nome, ma i nomi sono tanti e tu sei uno solo e scaldi il mio cuore come il sole scalda la... Sole? Sole. Ti piace? – sussurrò, continuando ad accarezzarlo, e mentre parlava lacrime silenziose le solcavano il viso e il suo muto compagno, forse grato per avere un nome, le leccava con devozione."
L'ultima donna della terra è un libro molto bello, incantevole oserei dire, scritto in maniera incredibile.
Io non sono un tipo che legge libri di fantascienza, piuttosto guardo film del genere. Lo so è ridicola come cosa, però la fantascienza non la vedo bene come letture per la mia persona, ecco tutto.
Indipendentemente dal fatto che questa autrice è un esordiente o un autrice affermata, si fa apprezzare senza problemi da persone che non "masticano" la fantascienza. Perché? Perché è una fantascienza poco "fanta" e molto scienza; mi spiego meglio. Non mi sembra poi così improbabile la scelta di distruggere il proprio corpo - compiendo un suicidio di massa -, perché l'unica vera esistenza non è in un corpo "materiale" ma come "pensieri", sopprimendo ogni religione con la forza di questa "idea brillante" e lasciando il trono alla Natura. Leggendo questo libro ovviamente viene spontaneo dire che quel trono è sempre stato dalla Natura, spodestata dall'uomo e di conseguenza l'idea che ritorna sotto il suo controllo ci fa pure felici perché almeno lei può "regnare" meglio di quattro pazzi con manie di grandezza. Perché?
Perché a livello scientifico ne facciamo di cazzate, scusate il termine alla "Bonjour finesse". Un esempio è il voler vivere in eterno.. Scusate questa piccola divagazione ma a che caspita serve vivere in eterno? Io penso solo che sia un pensiero irrazionale e incredibilmente... egoista? idiota? ipocrita? Queste tre per certo. I puntini di sospensione sono lì per rendervi partecipi del pensiero. Potete aggiungere voi un aggettivo o qualunque cosa vi possa sembrare giusta, come in un piccolo gioco personale.
Tornando a noi.. O meglio, tornando alla storia..
Rachele - rifiutando la Dea Scienza - è l'unica sana di mente che dice "Non voglio far parte di questo inutile suicidio collettivo, voglio morire a tempo debito." Di conseguenza diventa a tutti gli effetti l'ultima donna della terra, vivendo in un mondo governato da
piante e animali.
Gli animali, dopo anni, dimenticano le atrocità degli umani e decidono di star accanto alla ragazza, diventando una grande famiglia silenziosa che l'accompagnerà nel suo peregrinare nella disperata ricerca di un qualche sopravvissuto, ma avendo solo la compagnia degli animali e non quella di un suo simile la porta ben presto vicina al baratro della disperazione. Anche la follia ormai sembra inevitabile quando, un giorno delle navicelle atterrano sulla terra. Hanno l'aspetto degli uomini ma al contempo non lo sono.
Rachele, sola da troppo tempo, s'incuriosisce e prova a stabilire un contatto con questi nuovi arrivati, salvo poi fuggire per la loro "diversità"..
La sua salvezza sono proprio quegli esseri simili a lei e al contempo così diversi e a quel punto è inevitabile chiedersi se questa salvezza non sia solo una casualità, ma piuttosto che tutto ciò fosse già stato prestabilito? E, ovviamente, che cosa c'entrano gli alieni semi-umani con lei?
Vieni qui
e tocca i miei pensieri con i tuoi
E sentirai che io rispetto a te
sono più fragile
Si mi difendo sai
Ma mai da te...
Questo romanzo, l'ho già detto, affronta con una storia surreale tematiche che mostrano come potrebbero essere le conseguenze del nostro attuale comportamento.
Alla fine ci si chiede se davvero la scienza e la tecnologia stanno diventando divinità per troppe persone, in grado di spingerci ad uno sviluppo eccessivo per la Natura che ci ospita con ( troppa? ) magnanimità. E ovviamente ci si chiede cosa accadrebbe se questa decretasse che è "troppo"?
C'è anche la tematica dell'odio e della diffidenza razziale, trattata sempre con delicatezza, mostrandoci le due facce della medaglia attraverso i comportamenti e i pensieri di Rachele.
Alla fine mi è venuto automatico pensare che questo libro ruota attorno alla Tentazione di scoprire, fare, osare... Da cosa mi è venuto in mente questo pensiero? Verso le ultime dieci, quindici pagine ho ascoltato una canzone che si chiama Tempation dei Cradle Of Filth. Alcune parti poi, rispecchiano proprio delle parti del libro secondo me.
Un esempio?
" Tutto quello che voglio
continuare ad arrampicarmi sempre più in alto
adorabili creature
con caratteristiche inaccettabili
E' solo l'elevato costo di amare
e si può prendere o lasciare
ma è meglio credere. "
Oppure...
Nel tentativo di trovarlo
devi arrivare fino alle spalle
mettere la monetina nella fessura calda
ma si tratta di un milione di euro per un solo colpo
pensi che sia giusto o no
sei falso stasera, ora
e ora tu mi dai una ripartizione
perché è tempo per uno scuotimento.

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